Fuga degli Apostoli dopo la cattura di Gesù
Punto IV – Quanto deve essere profondo il dolore di Gesù nel vedersi abbandonato dai suoi amati discepoli e lasciato solo in balia dei nemici! Giustamente se ne lamenta per bocca dei Profeti, paragonando se stesso ad una povera capanna abbandonata, esposta ai venti e alla grandine, o anche ad una città solitaria che viene improvvisamente assalita e distrutta.
Riflessione – Infatti i discepoli hanno paura a seguirlo, e gli Apostoli, i suoi più cari amici, coloro che Gesù ha scelto ed elevato all’onore delle cariche più importanti della Chiesa, si danno alla fuga, proprio quando dovrebbero stargli più vicino ed accompagnarlo, certi, come dovrebbero essere, della sua Parola onnipotente.
Quale disonore per il Figlio di Dio! Ma non è tanto per sé che si rattrista, vedendo che tutti lo lasciano solo, quanto per gli Apostoli che se ne vanno; infatti, amandoli teneramente, non può non soffrire, poiché sa quanto male faccia chiunque si allontani dal suo Dio e Salvatore. Egli, come un Pastore amoroso, si preoccupa unicamente per il gregge che va incontro a gravi pericoli.
Purtroppo devo riconoscere che Gesù è più addolorato per me che per gli Apostoli; infatti, la loro fuga potrebbe essere considerata una prudente cautela e in qualche modo giustificata perché provocata dal panico. Inoltre si deve ricordare che gli Apostoli, fuggendo, si lamentano e piangono per il dispiacere che hanno di abbandonare il loro Maestro, e che per questo sono degni di compassione. Io, invece, non merito di essere compatito e non posso trovare alcuna giustificazione per aver abbandonato il mio Dio, peccando contro i suoi comandamenti, contro la sua dottrina e l’esempio che mi ha dato.
Colloquio – Gesù mio, sono io l’oggetto delle mie più grandi sofferenze; vorrei non averti mai abbandonato, e pentito ed umiliato vengo a chiederti perdono. Se mi aiuti non ti lascerò più, perché tu sei la via, la verità, la vita, e lontano da te non s’incontrano che cadute, buio e morte. Infondimi il coraggio di fuggire con santa prontezza anche solo le occasioni di peccato; questa sarà l’unica fuga che procurerà a me la salvezza e a te la gloria. So che mi ascolti e mi esaudisci, per questo, Gesù, ti ringrazio fin d’ora e continuerò a farlo per tutta l’eternità.
Pratica – Io non sono mai stato così contento, come quando sono vissuto fedele a Gesù. Rinnoverò dunque il proposito di conservarmi sempre in grazia, perché non è possibile trovare gioia lontano da Lui.