Passione di Gesù
3 luglio – Punto V – Gesù è condotto davanti a Pilato
Gesù è condotto davanti a Pilato
Punto V – Nella passione di Gesù dobbiamo considerare le sue virtù per imitarle, ma osservare anche i vizi dei suoi nemici per detestarli. E non c’è vizio che il Salvatore, nei tre anni della sua predicazione, abbia così spesso ripreso negli scribi e nei farisei quanto quello dell’ipocrisia; d’altronde questa era la loro mancanza più grave.
Riflessione – Vogliono che Gesù sia messo a morte, ma pretendono che sia Pilato a farlo, in modo che nessuno possa dubitare della loro innocenza e della loro integrità. Mostrano di chiedere a Pilato nient’altro che giustizia, e fanno di tutto perché costui si affretti ad emettere la sentenza più ingiusta di tutte.
Giunti nel cortile del palazzo pretorio, sono scrupolosi nell’osservare il divieto di entrare nella sala del tribunale, ma non provano alcun rimorso nel volere la morte di un innocente. Hanno paura di contaminarsi, visto che debbono mangiare l’agnello pasquale figura di Cristo, ma non trovano alcuna difficoltà nell’incrudelire contro Cristo stesso.
Guarda, anima mia, come invece in Gesù la santità del cuore corrisponda bene alla compostezza del suo atteggiamento esteriore. Egli è la Verità stessa, che non può né mentire né fingere; e le sue virtù, sia quelle che ha nell’anima come quelle che manifesta nel suo comportamento, sono ugualmente autentiche.
Colloquio – Come gli scribi e i farisei, anch’io spesso mi faccio scrupolo di certe minuzie di nessuna importanza, mentre non bado affatto a ciò che offende la carità fraterna. Faccio il pudico, il modesto, l’umile e il paziente, ma se si potesse vedere quanto siano false le mie intenzioni e quanto io mi lasci dominare dall’amor proprio e dal rispetto umano, sarebbe impossibile non giudicarmi un ipocrita, virtuoso soltanto in apparenza.
Signore, togli da me il vizio proprio dei tuoi nemici più accaniti e concedimi uno spirito sincero, retto, simile al tuo, che ami sempre e in tutto la verità. Tu, che sei Verità infinita, fammi odiare la vanità e la menzogna, con le quali cerco di piacere più al mondo che a te e di legarmi più alle cose temporali che a quelle eterne.
Pratica – Fuggirò l’ipocrisia come il peggiore di tutti i mali, e il mezzo più sicuro sarà quello di ripetermi con insistenza che Dio è presente sempre e mi vede.
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