Passione di Gesù
28 novembre – Punto III – Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Punto III – Gesù è tormentato ed ingiuriato in ogni momento della sua Passione, tuttavia c’è sempre qualche circostanza in cui si rivela Uomo-Dio. I suoi nemici bestemmiando lo deridono, come se si fosse vantato scioccamente di essere Figlio di Dio e avesse inutilmente confidato nella sua protezione; riconosceranno quindi di aver avuto torto solo se dimostrerà la sua innocenza scendendo dalla croce. Nella Scrittura era stato predetto che il Messia sarebbe stato bersagliato di derisioni e di bestemmie, perciò abbiamo la conferma che Gesù è Dio proprio quando la sua Divinità è beffeggiata dagli increduli. E poi è la sua perseveranza nel sopportare pazientemente ogni pena la migliore garanzia della sua santità.
Riflessione – I Giudei promettono di crederlo Dio solo se scenderà dalla croce; però dicono così non perché siano disposti a credere, ma perché i presenti si convincano ancora di più che non può essere Dio un uomo così deriso e disprezzato. E parlano anche per istigazione dei demoni che vorrebbero impedire, nel sacrificio della croce, la redenzione del mondo. Il nemico infernale sa che Gesù si è lasciato crocifiggere perché desidera ardentemente la salvezza delle anime. Suppone perciò che Egli sia disposto a tutto pur di offrire a quelle stesse anime un altro motivo di fede, anche a scendere dalla croce. Ma Gesù non bada né alle dicerie umane né alle astuzie diaboliche e ci insegna col suo esempio a non abbandonare mai la virtù, anche se gli uomini sparlano di noi e i demoni ci tendono insidie.
Colloquio – Divino Maestro, nessuno più di me ha bisogno di trarre profitto da questa santa lezione. Secondo il tuo esempio talvolta cerco una croce col proposito di esercitarmi nella mortificazione, nella pazienza e nell’umiltà, ma faccio presto a scenderne per qualsiasi motivo, anche futile, suggerito dal demonio, dalla carne o dal mondo. Col pretesto di non nuocere a me stesso nella salute, nella dignità o in qualche interesse materiale, cerco le mie soddisfazioni e sostengo i miei puntigli. Do il nome di convenienza e di discrezione all’appagamento dei sensi, chiamo giustizia e zelo la mia impazienza e la mia superbia.
Mio Gesù e mio Dio, vedo il tuo esempio con cui dalla croce mi insegni a non ascoltare chi mi distoglie dal bene, ma ad essere irremovibile nell’adempimento dei miei doveri. Io però sono cieco e sordo e non voglio lasciarmi illuminare dalla tua luce e neppure penetrare dalla tua voce. Inganno me stesso e mi lascio ingannare da altri, perché veramente amo l’errore. Dio mio, so che amando la croce non si sbaglia mai, perciò infondi quest’amore nella mia anima e dammi la forza necessaria per sopportare serenamente ogni difficoltà.
Pratica – Uno sguardo al Crocifisso basterà a sfatare i pretesti con i quali vorrei giustificare una vita comoda ed oziosa ed assecondare il mio amor proprio che cerca sempre di dominarmi.
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