Passione di Gesù
28 agosto – Punto IV – Gesù è condannato alla flagellazione
Gesù è condannato alla flagellazione
Punto IV – I Giudei, dopo aver schernito la nudità di Gesù con risate oscene, fremono di rabbia e moltiplicano gli insulti per il solo motivo, come dice il Profeta, di vederlo disposto ad assoggettarsi volentieri anche ai flagelli (cfr Is 50,6). Ma temendo che per qualche incantesimo Egli possa fuggire, i Giudei, mescolati ai soldati, lo legano strettamente alla colonna dove di solito vengono colpiti i condannati. Già nell’Orto e nella casa di Caifa Gesù era stato stretto da corde e catene, ed ora, per la terza volta stende e porge ai legami quelle mani sacre, che col semplice contatto hanno illuminato i ciechi e risuscitato i morti.
Riflessione – Chi, dopo averlo spogliato, ha osato anche legarlo, certamente riterrà di essere stato molto coraggioso! Adoriamo le disposizioni della divina misericordia e riconosciamo che nessuno avrebbe potuto usare violenza a Gesù, senza che Egli stesso lo avesse voluto. È l’Eterno Padre che lo lega con la forza della sua immensa carità, per fargli stringere tra le mani il calice della Passione che gli è stato presentato nell’Orto. Ed è ancora il Padre che, come se fosse un agricoltore, visto che il Figlio si è paragonato alla vite, lo lega alla colonna come in genere la vite viene legata ad un palo, affinché produca frutti in abbondanza.
Gesù soffre anche perché i presenti sono convinti che subisca la flagellazione per forza, e non possono capire che invece l’ha cercata per amore. Nel meditare la Passione io devo fissare il mio pensiero su questo punto molto importante: Gesù non patisce nulla per forza, ma tutto per amore.
Colloquio – Dolce Gesù, che sei venuto al mondo per sciogliere dai vincoli del peccato tutti i figli di Adamo, è proprio qui, alla colonna, che cominci a versare il prezzo del nostro riscatto.
Ma come posso io gioire per la mia libertà, quando ti vedo legato e battuto come l’ultimo degli schiavi? Figlio di Dio, quanto sei buono, tu che gradisci il mio grazie, il mio amore e perfino la mia gioia per le tue sofferenze redentrici. Ti ringrazio con tutto il cuore per quanto hai sofferto, perché ho bisogno dei meriti della tua Passione, per riuscire ad amarti sopra ogni cosa in questa vita e per l’eternità.
Pratica – Cercherò di cooperare alla grazia che Gesù ha meritato coi suoi legami, liberando me stesso dai vincoli delle cattive abitudini e facendomi violenza nel mortificarmi.
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