Passione di Gesù
27 novembre – Punto II – Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Punto II – Una delle offese più dolorose che vengono fatte a Gesù è quella di vedersi sfilare davanti la plebaglia ed i capi, che si burlano di Lui e cercano di provocarlo con queste parole di sfida: “Se hai salvato gli altri, salva ora te stesso. Se sei Figlio di Dio, scendi da quella croce!”. Essi vogliono insultarlo perché non lo credono né re né Dio, ma solo un arrogante millantatore. Si può anche pensare che essi parlino sobillati dai demoni, i quali sentono la potenza del Crocifisso e fremono di rabbia, perché non vorrebbero che si compisse la redenzione del mondo.
Riflessione – Consideriamo la costanza di Gesù nella sua umile pazienza. Egli è addolorato per le bestemmie e per le provocazioni che gli vengono fatte e potrebbe senza dubbio compiere il miracolo di scendere dalla croce, ma preferisce insegnare a noi ad essere pazienti, piuttosto che farsi ammirare usando il suo potere soprannaturale. Vuole essere riconosciuto Dio perché muore in croce per salvare le anime e non perché salva se stesso scendendo dalla croce. Nessuno l’avrebbe crocifisso se Egli non lo avesse voluto; e proprio perché ha scelto Lui di essere inchiodato sulla croce per noi ora non vuole scendere. Desidera che sia chiaro per tutti che l’Autore della salvezza non ha bisogno di fare miracoli per salvare se stesso e che la nostra beatitudine non si può realizzare senza la perseveranza.
Colloquio – Mio Gesù, il tuo amore per me è tanto forte da tenerti stretto alla croce più di quanto lo facciano i chiodi o non lo farebbero tutti i legami del mondo. Quanto è debole invece il mio amore verso di te! Appena mi capita una croce, non vedo l’ora di scrollarmela di dosso: non sono costante nel mortificare il mio amor proprio, perché non tollero nessuna difficoltà, anche se leggera. Visto che non si può amare il Crocifisso se non si ama la croce, allora io non ti amo, mio Salvatore, poiché la rifiuto. Il vederti tanto paziente nell’accettare ogni infamia per me dovrebbe essere più che sufficiente per farmi sopportare per te ogni offesa. Invece non sopporto neanche una parola dura od offensiva. Alle volte mi pare di avere un po’ di fervore, ma questo è di breve durata, perché cerco di scendere dalla croce nel momento stesso in cui comincio a sentirne il peso. Fa’, mio Gesù, che ti ami di un amore vero e costante e che ami anche la croce. È inutile intraprendere il cammino verso le virtù e poi fermarsi a metà strada: tu stesso hai promesso la tua gloria solo a chi persevera fino alla morte.
Pratica – Rifletterò sulla mia instabilità e sulla mia debolezza; avrò così un motivo per umiliarmi, riconoscendomi tanto debole ed imperfetto. Implorerò l’aiuto divino con la preghiera frequente.
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