Passione di Gesù
26 novembre – Punto I – Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Gesù crocifisso è schernito dai Giudei
Punto I – Dopo aver crocifisso Gesù nel corpo, i Giudei crocifiggono anche la sua anima, poiché non cessano di aggiungere dolori a dolori, unendo al supplizio della croce le ingiurie e gli scherni. È legge di natura che si compatisca, o almeno non si derida, chi è addolorato, ma in favore di Gesù nessuna legge è mai stata rispettata.
Le autorità ed il popolo gli rovesciano addosso bestemmie orrende e mostrano con gesti beffardi di gioire nel vederlo in quello stato. Da ogni parte offese e dolore, ma nel buon Gesù solo umiltà e pazienza. Quando noi crediamo che sia ormai saturo di tutte quelle infamie, Egli invece ne è ancora affamato. Si sente tormentato dal disonore, ma lo desidera ugualmente perché ci ama.
Riflessione – La pazienza di Gesù basterebbe da sola a farlo riconoscere Dio, perciò onoriamo l’Altissimo che è diventato sul Calvario l’ultimo e il più disprezzato di tutti gli uomini, mentre in Cielo è glorificato dagli Angeli. Rendiamo grazie alla sua immensa bontà, perché non per forza, né per necessità, ma di sua spontanea volontà si compiace di essere insultato e schernito, per liberare noi da una vergogna eterna. Decidiamoci perciò ad imitarlo, sostenendo con pazienza ed umiltà tutte le offese e le persecuzioni che Dio permette per provare la nostra fedeltà.
Siamo veramente stolti se ci vergogniamo di essere umili e mansueti. Infatti il servo non può ritenersi disonorato se, imitando il padrone, fa ciò che questi è orgoglioso di fare.
Colloquio – Salvatore divino, sulla croce, mentre sopportavi tante espressioni ingiuriose, tu avevi presente nella mente me e il mio dovere di imitarti; che cosa avrai pensato vedendomi così permaloso e caparbio e tanto geloso del mio onore da non saper tollerare, senza lamentarmi o risentirmi, neppure la più piccola delle offese o delle mormorazioni? Sono proprio un pessimo cristiano eppure tu ami, Signore, questo verme della terra, incapace di rinunciare al suo orgoglio nonostante l’esempio che gli dai di perfetta umiltà.
Benedico e ringrazio il tuo amore tanto paziente e ti supplico di aiutarmi a detestare la mia superbia. Se non sarò umile, Gesù, non avrò mai la grazia di amarti; e senza questa non potrò mai raggiungere la vera umiltà che non si limita a sopportare in silenzio le umiliazioni, ma che le ama e addirittura le cerca per amor tuo.
Pratica – Contro la superbia non c’è rimedio più efficace che ricordarsi dell’umiltà di Gesù crocifisso. Dovrò farlo spesso, fino a quando il pensarlo diventerà un’abitudine che mi renderà forte nelle tentazioni di superbia e di orgoglio.
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