Passione di Gesù
26 maggio
Gesù al tribunale di Caifa
Punto VII – Gesù dichiara di essere veramente il Figlio di Dio. Egli risponde alla subdola domanda di Caifa, non perché giudichi degni quei Giudei della sua risposta o perché pensi che possano trarne profitto, ma solo per mostrare il suo grande amore alla Verità e il suo sommo rispetto per il nome di Dio. Già una volta aveva detto ai suoi nemici: “Sono io”, e precisamente poco prima di essere catturato nell’Orto; ed erano state quelle parole a gettarli a terra, come fossero un fulmine dell’Onnipotenza divina. Ora, poco prima di essere condannato, ripete ancora: “Sono io”, e questa volta è con la sua Giustizia che mostra come quegli stessi siano ostinati nella loro malvagità.
Riflessione – Gesù sa che nella sua risposta quei giudici ingiusti troveranno il movente per condannarlo a morte. Se volesse, potrebbe tacere, perché né le torture, né l’autoritaria preghiera di Caifa e neppure le minacce di quei furfanti potrebbero costringerlo a rispondere; ciò nonostante spontaneamente e liberamente risponde. E poi, neppure la morte stessa lo tratterrebbe dal testimoniare la Verità per la gloria del suo Padre celeste e per la salvezza del mondo. Io, invece, devo vergognarmi di essere tanto meschino nei miei doveri da lasciarmi vincere con facilità dal rispetto umano. Se si presentasse l’occasione di dover confessare la fede in Gesù col pericolo della vita, come fu per i martiri, certamente non avrei il coraggio di farlo, visto che non riesco a far onore alla virtù neanche quando si tratta di scontrarmi solo con la malevolenza e la maldicenza di poche persone. Questa è la mia debolezza: vorrei essere di Dio e insieme del mondo, cristiano e profano. Quante volte mi è capitato di abbandonare la pratica della virtù per non perdere la stima e il vano favore di chi è del mondo!
Colloquio – Gesù mio, quanto è grande il tuo amore per me! Infatti è proprio perché mi ami profondamente che non hai esitato ad esporre per me la tua vita. Il mio amore, invece, è tanto debole che anche una sciocca fantasia riesce a spaventarmi. Fortifica il mio cuore affinché io abbia il coraggio di dichiarare a tutti ed in ogni occasione, sia con la voce che con le opere, che tu sei il mio Dio, il mio unico, adorabile e sommo bene. Ma per diventare così coraggioso è necessario che prima riesca ad amarti come tu hai amato me. Perciò, Gesù, riempimi del tuo amore, perché voglio essere disposto a sopportare tutto per te, anche la morte.
Pratica – Ogni volta che cercherò di imitare l’umiltà, la pazienza e le altre sante virtù di Cristo, sarà come dichiarare la mia fede in Dio.
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