Passione di Gesù
26 aprile – Gesù è preso nell’Orto dai suoi nemici
Gesù è preso nell’Orto dai suoi nemici
Punto V – Nel momento stesso in cui viene catturato, Gesù, con animo sereno e con voce calma, parla ora a Giuda, ora agli Apostoli, ora agli stessi Giudei. Come se la sua vita non corresse alcun pericolo, non si preoccupa d’altro che di essere utile alle anime con le parole, con l’esempio e con i miracoli. Davanti a tutti, in prima fila, vede i capi della Sinagoga che avanzano verso di Lui per arrestarlo, e, ricordando con dolcezza la sua predicazione nel tempio, dice loro: “Se volete catturarmi con la forza come se fossi un ladro, vi siete armati inutilmente, perché le armi non vi servono per catturare uno che non fa resistenza e che anzi si consegna spontaneamente nelle vostre mani. Come non siete riusciti a catturarmi nel tempio, così nemmeno ora mi prendereste se io non lo volessi”.
Riflessione – Gesù ha parlato così chiaro che tutti i presenti avrebbero dovuto riconoscerlo come Dio. Invece, accecati dalla propria malvagità, non si arrendono né ai miracoli né al bene che Gesù ha fatto loro sia nel passato che al presente, disprezzando così la misericordia divina. Proprio nella notte stessa in cui hanno celebrato con la Pasqua l’anniversario della loro liberazione dalla schiavitù d’Egitto, si accaniscono contro il divino liberatore per metterlo a morte.
Colloquio – Sono veramente malvagi i Giudei, ma io sono ancora peggiore di loro. Anch’io tante volte, nel momento stesso in cui ero incalzato dalla tentazione, ho sentito dentro di me la luce della grazia, che mi ricordava la bontà di Dio e mi mostrava la gravità del peccato, affinché non lo commettessi. Ciò nonostante, sordo e ribelle all’ispirazione divina, ho preferito commetterlo. Padre amoroso, conoscevo i tuoi magnifici doni e sapevo di fare un gran male offendendoti, ma ugualmente ti ho offeso, a dispetto della tua bontà e dei rimorsi della mia coscienza. Non ho il coraggio di alzare gli occhi a te, perché sono stato talmente cattivo ed ingrato da arrivare a offenderti proprio nell’attimo stesso in cui verificavo dentro di me l’azione del tuo benefico amore. Riconosco di non meritare la tua misericordia, ma la imploro ugualmente perché so che tu l’hai guadagnata per me. E non spero soltanto che tu perdoni i peccati che ho commesso, ma anche che mi renda capace col tuo potente aiuto, di non commetterne più.
Gesù, disponi il mio cuore ad apprezzare perfettamente i tuoi benefici ed insegnami a farne buon uso.
Pratica – Se non posso evitare i peccati di debolezza, farò il possibile per eliminare quelli di malizia che si commettono con premeditazione. Questi ultimi hanno anche l’aggravante dell’ingratitudine, perché resistono alla voce della coscienza illuminata da Dio.
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