Passione di Gesù
25 maggio
Gesù al tribunale di Caifa
Punto VI – Caifa, vedendo che Gesù tace anche se provocato, invece di ammirare il suo virtuoso silenzio, s’infuria ancora di più e tenta di obbligarlo a rispondere facendogli un’altra domanda: “Per il Dio vivente, io ti scongiuro che tu ci dica se sei il Cristo, il Figlio di Dio”. L’empio giudice sa che Gesù ha già detto altre volte di essere Figlio di Dio, ed ora gli fa questa domanda non perché vuol credere in Lui, ma per coglierlo in flagrante; infatti, se dice di sì sarà ritenuto un bestemmiatore, se dice di no sarà accusato di aver ingannato il popolo. Qualunque sia quindi la risposta, Caifa intende farlo passare per reo confesso di uno dei più atroci delitti, che deve essere punito con la pena di morte. La stessa intenzione l’hanno anche tutti gli altri complici: sacerdoti, scribi e farisei.
Riflessione – È necessario riflettere su come costoro si servano del nome di Dio per scagliare contro Dio stesso la più grande offesa, che consiste nel mandare a morte il Figlio suo fatto uomo; e la dichiarazione della sua origine divina, che Gesù farà per salvare il mondo, decreterà la loro condanna eterna.
A qual punto può portarci una passione dominante! È solo dalla superbia, dall’invidia, dall’ira e dall’odio, che non si sono preoccupati di reprimere in tempo, che questi infelici sono spinti ad abusare delle cose più sacrosante per commettere un sacrilegio. Se rifletto su tutto questo, vedo che il mio comportamento mi fa correre grossi pericoli. Temo infatti di servirmi anch’io delle cose più sante della religione, come i Sacramenti, per commettere sacrilegi a causa di alcune mie passioni non represse, soprattutto l’attaccamento al mio orgoglio e ai piaceri dei sensi. Ciò nonostante mi accosto ai Sacramenti senza preoccuparmi del mio misero stato, e mi giustifico pensando: “In fondo, che male c’è?”. Ma non vorrei che questa mia pietà esteriore, questa superficialità e tutto l’insieme degli affetti contrari all’amore di Dio, a lungo andare mi mettessero tra coloro che, invece di essere discepoli del Salvatore, sono suoi nemici.
Colloquio – Mio Dio, liberami da tutte le passioni che potrebbero portarmi addirittura a profanare i tuoi santi misteri. Dammi quello spirito di mortificazione necessario per moderare il mio attaccamento alle vanità, e concedimi il tuo amore, il solo capace di far diventare buono chi è cattivo. Le virtù servono a vincere qualche vizio particolare, ma solo amando te si combattono e si vincono tutti i vizi insieme.
Pratica – Dovrò esaminarmi se mi accosto indegnamente ai Sacramenti. Può darsi che ora il male in me non sia grave, ma a poco a poco potrà diventarlo se non insisterò nella mortificazione.
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