Passione di Gesù
25 febbraio – Punto I – Gesù s’incammina con gli Apostoli verso l’orto del Getsemani
Gesù s’incammina con gli Apostoli verso l’orto del Getsemani
Punto I – Giunta l’ora di glorificare l’Eterno Padre con la sua ubbidienza, Gesù si alza dalla mensa e con sollecitudine dice agli Apostoli: “Su, alzatevi e andiamo”. E senza interrompere il suo discorso, dopo aver rivolto al Padre una preghiera, esce dal cenacolo e s’incammina verso il giardino del Getsemani. Intanto ai poveri Apostoli trema il cuore nel petto, perché temono che sia venuto il momento di doversi separare da Lui; per cui, come pulcini intorno alla chioccia, tutti gli stanno vicini con un santo desiderio di ascoltarlo. E con grande attenzione e devozione accolgono ogni sua parola come parola di vita eterna.
Gesù, allora, vedendoli così pieni di santo fervore, predice loro ciò che sarebbe avvenuto in quella stessa notte; li mette in guardia contro il demonio che li avrebbe tentati e vagliati durante la sua Passione come si fa con il grano, cercando di far vacillare la loro fede coll’insinuare nel loro cuore questi pensieri: come può Gesù essere Dio e Salvatore del mondo se non salva neppure se stesso? Il Maestro dice loro questo perché siano umili e non si fidino dei loro fervori; infatti la natura è fragilissima e, di fronte ai misteri della fede, la ragione facilmente cede, se non è sostenuta da una forza particolare di Dio.
Riflessione – Tutto ciò è di ammonimento anche per me. Talvolta, infatti, per certe ispirazioni del mio spirito e per l’entusiasmo del mio cuore, mi sembra di avere un coraggio tale da preferire il martirio piuttosto che rinunciare alla fede; purtroppo tante volte nelle tentazioni ho sperimentato la mia debolezza, perché non le ho scacciate subito, ma mi sono fermato a discutere e a cavillare; così, pian piano, sono arrivato sull’orlo del precipizio.
Devo temere le tentazioni contro la fede, poiché per vincerle non posso assolutamente contare sulle mie forze. È vero che il demonio non può tentare senza il permesso del Signore, ma è anche vero che Dio permette la tentazione sia per mettere alla prova la nostra virtù che per punire e riparare i nostri peccati di superbia.
Colloquio – Signore, che cosa sarebbe di me se tu concedessi al demonio di togliermi la fede? Se perdessi anche tutte le virtù, ma mi rimanesse la fede, questa mi permetterebbe di recuperare le altre. Dio mio, io merito il castigo di perdere quella fede che la tua misericordia mi ha infuso col Battesimo, poiché sono pieno di superbia, vizio che più di ogni altro impedisce di credere in te. Nel santo Vangelo tu hai detto che solo gli umili possono coltivare la fede ed è vero. Senza umiltà i miei slanci sono pure illusioni, senza umiltà io cederò a tutte le tentazioni. Concedimi, perciò, Salvatore misericordioso, di essere umile proprio come tu hai desiderato fossero i tuoi Apostoli. Tu vedi che sono superbo e che più di loro ho bisogno del tuo aiuto.
Pratica – Visto che sono superbo, è molto probabile che, in avvenire e soprattutto nel momento della mia morte, il demonio venga a tentarmi contro la fede, e chissà che cosa sarà di me in quella lotta tremenda! Deve essere sufficiente questo pensiero perché io mi mantenga nell’umiltà.
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