Passione di Gesù
24 maggio
Gesù al tribunale di Caifa
Punto V – Caifa freme di sdegno, perché non trova contro Gesù testimoni che siano almeno apparentemente attendibili. Agitato perciò da una furia diabolica, si alza in piedi per provocare quell’innocente che sta con la testa china e senza dire una parola, in un atteggiamento di profonda umiltà: “Perché non rispondi a queste accuse?”, gli chiede astutamente per far uscire dalla sua bocca una risposta qualunque, per poterlo dichiarare colpevole. Ma il Salvatore, che vede le sue maligne intenzioni, lo lascia dire e tace.
Riflessione – Gesù tace non perché teme di essere incapace di difendersi, ma perché così ha deciso liberamente. Egli tace, visto che non c’è alcun bisogno di difendersi da accuse tanto assurde, e per esercitare l’umiltà e la pazienza, come il Profeta aveva predetto. Così Gesù si manifesta a noi Signore potente e trionfatore sul peccato, proprio quando il mondo, nella sua superbia, crede di averlo vinto.
Il mio Maestro m’insegna una grande verità: per vincere le calunnie e la maldicenza non c’è niente di meglio che l’umiltà e la pazienza. Infatti non giova proprio a nulla né rispondere a tono, offrendo così un pretesto per peggiorare la situazione, né chiudersi in un altero e dispettoso silenzio; sia il parlare che il tacere devono essere animati dalla virtù cristiana, perché siano meritori. Nella pratica dell’umiltà e della pazienza io sono estremamente imperfetto, perciò ho bisogno d’imprimere nel mio cuore questa verità: le virtù morali senza uno scopo soprannaturale non bastano per guadagnare la vita eterna. Molte delle mie azioni, infatti, che sono buone in se stesse, sono sterili per la gloria del Paradiso, perché le faccio solo per prudenza umana, mentre dovrei farle per amore di Dio.
Colloquio – Eterno Padre, ti offro il silenzio virtuoso con cui Gesù sopporta quelle infami calunnie. Togli da me quest’inutile prudenza mondana che serve solo ad alimentare il mio amor proprio, a rendere più pesanti le avversità ed a privarmi del tuo conforto. Dammi invece la vera virtù cristiana, che il mondo non comprende e deride come dabbenaggine, virtù che è sostenuta da quella grazia che tu rifiuti ai superbi ed elargisci soltanto agli umili. Concedi al mio spirito la luce per conoscerla, al mio cuore l’ardore per desiderarla e alla mia volontà la forza per metterla in pratica.
Pratica – Non devo limitarmi a subire in silenzio le umiliazioni, ma devo accettarle per imitare Gesù e per amor suo, così mi sarà dolce soffrire ricordando quanto volentieri Gesù ha sofferto per amor mio.
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