Passione di Gesù
24 dicembre – Punto I – Gesù è deposto dalla croce
Gesù è deposto dalla croce
Punto I – Appena Gesù muore, si vedono immediatamente gli straordinari effetti dei suoi meriti. Il centurione che l’aveva condotto al patibolo ed i soldati che erano di servizio con lui escono dalle tenebre del paganesimo e danno gloria al Crocifisso, riconoscendolo vero Figlio di Dio; molti di quanti erano accorsi per assistere a quell’insolito spettacolo partono ora dal Calvario percuotendosi il petto, addolorati e pentiti di essere stati complici di una condanna tanto ingiusta. Dove prima si rideva tra schiamazzi ed insulti, ora si sentono solo pianti e grida lamentose di pentimento. Le donne che stavano lontane per paura dei giudici, ora prendono coraggio e si avvicinano adoranti alla croce. Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, che erano stati in segreto discepoli di Gesù quando era vivo, ora che è morto si sentono onorati di essere riconosciuti come suoi fedeli. Infine tutta la folla che prima lo considerava un malfattore, ora lo riconosce giusto ed innocente. Perché tutto questo mutamento? Perché Gesù è morto, ed è in seguito alla sua morte che il suo regno si diffonde e si stabilisce nelle anime che Egli rapisce a sé con la forza della sua grazia.
Riflessione – Anima mia, considera con attenzione che molti di quanti non avevano voluto credere né alla dottrina né ai miracoli di Gesù mentre era vivo, dopo che è morto si arrendono a Lui con fede e pentimento. Vieni, unisciti a loro e, anche se arriverai tardi, Gesù ti accoglierà ugualmente, perché riceve tutti nella sua vigna qualunque sia l’ora dell’arrivo. Ti senti forse ancora tanto insensibile, nonostante che Gesù sia morto per te? Coraggio, umiliati e considerati indegna del suo amore a causa dei tuoi peccati e vedrai che con l’umiltà troverai tutte le grazie che desideri.
Colloquio – Ecco, Gesù, ai tuoi piedi s’inginocchia un’anima peccatrice, peggiore di quella di molti dei tuoi nemici. Essi non hanno capito perché sei morto, eppure hanno versato lacrime di rimorso per ciò che avevano fatto. Io invece so benissimo che sei morto a causa dei miei peccati, ma non riesco ugualmente a piangere di dolore e di pentimento. Sono veramente un ribelle ed un ingrato, perché so che nonostante tutto tu continui a concedermi grazie. Gesù buono, per i meriti della tua morte vinci la mia durezza, rapiscimi a te e accendimi d’amore, affinché più nulla, né paure inutili, né rispetti umani m’impediscano di imitarti. Fa’ che io colga almeno dalla tua morte quel frutto che non sono stato ancora capace di cogliere con la tua Passione.
Pratica – Controllerò se sono soggiogato dal rispetto umano e quindi se non ho il coraggio di mostrarmi devoto, umile e mansueto; poi lotterò per vincerlo, fiducioso nella grazia che Gesù ha meritato per me con la sua morte.
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