Passione di Gesù
23 gennaio – Punto I – Gesù lava i piedi agli Apostoli
Gesù lava i piedi agli Apostoli
Punto I – Durante la cena dell’agnello, Gesù si alza, depone il mantello, si cinge sul davanti con un asciugatoio, poi versa dell’acqua in un catino e comincia a lavare i piedi ai suoi discepoli. Tutto da solo, senza permettere che qualcuno lo aiuti. Si tenga ben presente che l’Evangelista, prima di narrare questo fatto, mette in rilievo l’altissima sapienza del Salvatore, la Divinità della sua Persona e l’immenso potere che Egli ha sopra tutte le cose del mondo.
Riflessione – Con questa lavanda pare che il Salvatore voglia preparare la sua Passione. È molto importante fermarci ora a considerare chi è colui che lava i piedi; infatti non possiamo capire la sua umiltà se prima non siamo consapevoli della sua eccelsa Divinità.
San Giovanni, prima di descrivere l’incarnazione del Verbo, ci ha rivelato la sua Divinità, affinché comprendessimo bene l’umiltà del Figlio di Dio, disceso da tanta altezza a una condizione così bassa. Passando poi a descrivere la Passione, ha ricordato ancora la sua Divinità, perché risaltasse ancora di più fino a che punto Egli fosse umile; e prima di arrivare alla mortificazione della Croce, ha raccontato la scena del cenacolo, dicendo che il dominatore dell’universo si è umiliato fino a lavare i piedi agli Apostoli.
Capisci, anima mia? Proprio il Figlio di Dio è venuto dal cielo in terra per salvare il mondo; e poiché questo si era perduto a causa della superbia, per salvarlo gli ha contrapposto l’umiltà.
Osserva il Re dei re, l’Onnipotente, inginocchiato davanti a quei poveri pescatori, che lava loro i piedi con le proprie mani, eseguendo così quello che era un compito sgradevole anche per i servi!
Colloquio – Mio Dio, pur ammirando profondamente la tua umiltà, riconosco che è tanto difficile per me imitarti in questa virtù. La superbia è tanto radicata in me: sono ancorato ai miei puntigli, non riesco a cambiare opinione accettando quella degli altri, a sopportare con pazienza un’offesa o un torto, a riconoscere con sincerità i miei limiti e i miei errori. Però, quanto vorrei essere diverso! Vorrei vedere gli altri migliori di me, più meritevoli di stima e considerarmi sempre al loro servizio.
Gesù, per i meriti dell’umile gesto che hai compiuto nel cenacolo lavando i piedi agli Apostoli, liberami dalla superbia e concedi anche a me quel prezioso tesoro che è l’umiltà.
Pratica – Devo convincermi che sono veramente superbo; perciò in tutte le mie preghiere non cesserò di raccomandarmi a Dio per ottenere l’umiltà.
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