Passione di Gesù
22 maggio
Gesù al tribunale di Caifa
Punto III – La riunione presieduta da Caifa era stata predetta più volte nei salmi, perché in essa si pretende ingiustamente di macchiare l’innocenza e la reputazione del Salvatore; infatti si usano le peggiori calunnie per farlo apparire colpevole. Tutti quegli empi sanno benissimo che Gesù è irreprensibile sia nella vita che nella dottrina, visto che non hanno potuto incolparlo di nulla pur avendolo interrogato con ogni astuzia. Sanno anche di non poter trovare nessuno in grado di testimoniare contro di Lui con la verità, tuttavia, ansiosi di calunniarlo per poterlo condannare a morte, preparano dei falsi testimoni.
Riflessione – I progetti degli uomini restano sempre delusi dalla Sapienza divina quando non sono conformi alla Sua Volontà. Così anche ora quegli stessi testimoni trovati contro Gesù per provare la sua colpevolezza, vengono riconosciuti non attendibili, e servono solo a far risaltare ancora di più l’innocenza del Salvatore. La sua vita era stata tanto pura, tanto integra ed esemplare che la sua onorabilità non poteva essere offuscata neppure da un’ombra di colpa; infatti, in tutte le accuse che gli vengono fatte, la verità prevale sulla calunnia, mostrando così che la cattiveria mente addirittura a se stessa.
Colloquio – Signore Gesù, sono felice che da quelle menzogne sia emersa la tua innocenza, e sono grato al Padre celeste perché ha disposto che tu andassi alla morte dopo essere stato riconosciuto innocente da tutti, e condannato senza alcuna colpa. Sono costernato per la malizia dei Giudei, che cercano in tutti i modi di infliggerti la condanna servendosi di falsi testimoni; ma nello stesso tempo sento la mia coscienza rimproverarmi e convincermi che sono colpevole della loro stessa cattiveria. Purtroppo anch’io voglio trovare falsi testimoni contro di te, mio innocente Salvatore, quando cerco ridicoli pretesti e cavilli assurdi contro la verità del tuo santo Vangelo. Pur conoscendo i miei doveri verso di te, verso il mio prossimo e verso me stesso, mi creo una falsa coscienza per persuadermi che sono lecite certe cose che, invece, non lo sono affatto; quindi per soddisfare i miei piaceri, obbedisco alle mie opinioni piuttosto che alla tua legge.
Mio Dio, mi pento di tutto questo e ti prego di concedermi una retta coscienza che, in qualsiasi situazione, si attenga alla verità e alla giustizia. Non permettere che il mio amor proprio m’inganni, ma fammi ricordare sempre che sarò giudicato non secondo la mentalità mia e del mondo, ma secondo la retta coscienza.
Pratica – Il Vangelo insegna che la strada del Paradiso è stretta: devo perciò considerare false certe idee che mi allontanano dalla mortificazione evangelica, per farmi seguire l’inclinazione dei miei sensi.
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