Passione di Gesù
22 gennaio – Punto IV – Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Punto IV – Quando ci accorgiamo che sta per capitarci qualche grave disgrazia, noi ci spaventiamo e c’indigniamo; non così Gesù. Egli sa che è imminente la sua Passione, per la quale non è più questione di giorni, ma di ore; eppure il suo spirito è tranquillissimo, dimostrando, anche con questo, di essere il vero Figlio di Dio e Salvatore del mondo che non fugge, ma che anzi aspetta intrepido la morte. Come un padre, che è in procinto di partire per un paese lontano, parla ai suoi figlioli con più familiarità e tenerezza del solito, così Gesù in quest’ultima cena parla ai suoi Apostoli con affetto e commozione. Rivela loro chiaramente ciò che sta per accadere quella notte, affinché non ne rimangano poi sorpresi; inoltre rende noto che, se va a patire e morire, è perché proprio Lui spontaneamente e liberamente lo vuole. Spiega loro il mistero della redenzione che, incominciata con la sua dottrina e i suoi miracoli, si dovrà compiere con la sua Passione e Morte. Quindi con il volto gioioso così si esprime: “Ho ardentemente desiderato mangiare con voi questa Pasqua, che è l’ultima che faccio con voi e la più cara, perché è in questa che devo meritare la salvezza eterna per tutti i figli di Adamo”.
Riflessione – Da dove nasce in Gesù un desiderio così ardente di celebrare questa Pasqua?
Tutti sappiamo che ogni desiderio nasce dall’amore; è dunque perché ha sempre amato ardentemente le nostre anime che Gesù desidera celebrare questa Pasqua, preparata alla vigilia della sua morte, e portare a compimento la sua più grande opera, cioè la redenzione del mondo e la fondazione della Chiesa.
Colloquio – Amoroso Salvatore, se, per desiderare la santità e la salvezza della mia anima, io avessi solo una briciola del tuo immenso desiderio di santificarmi e di salvarmi, il mio comportamento sarebbe totalmente diverso. Io vorrei essere buono e fare del bene, ma il mio desiderio è come il vento che viene e va, segno di una volontà instabile. Chi vuole davvero una cosa, fa anche in anticipo quello che è necessario per ottenerla. Io invece passo i miei giorni nella pigrizia e nell’indifferenza, facendo poco o nulla di quello che dovrei. Accendi in me, o buon Gesù, il tuo amore, così si accenderà anche il desiderio di fare sempre la tua volontà. Io vorrei piacerti in tutto, ma il mio volere è troppo debole; tu solo puoi rafforzarlo, rendendolo efficace nell’esecuzione dei miei doveri, in modo che io davvero sia santo in questa vita e beato nell’altra.
Pratica – Come Gesù ha desiderato con fervore la sua Passione per amor mio, così anch’io per amor suo susciterò in me un vivo desiderio di meditarla e di imitarla. È questo il segreto della santità e della salvezza eterna.
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