Passione di Gesù
21 marzo – Punto V – Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto V – Per salvare il mondo, Gesù ha agito sia come uomo sia come Dio; infatti non avrebbe potuto essere il nostro mediatore né riconciliarci con Dio se non si fosse umiliato, se non avesse pregato e ubbidito in entrambe le sue nature.
Dobbiamo riflettere attentamente sul valore della sua ubbidienza. Gesù non aveva alcun obbligo di patire e morire per salvare il mondo, ma l’ha fatto spontaneamente solo per far cosa gradita al Padre.
Riflessione – L’obbedienza più è libera e spontanea, più è nobile e meritoria. Un figlio buono che vuol onorare suo padre agisce così: basta che intuisca che cosa gli piace che subito considera il desiderio paterno come un vero comando e lo esegue. Proprio questo è stato il comportamento di Gesù. Sapeva perfettamente che quanto più avesse sofferto per riuscire a salvarci tutti, tanto più avrebbe procurato soddisfazione ed onore all’Eterno Padre. E poiché amava infinitamente sia Lui che gli uomini, suoi figli ingrati, ha accettato subito e volentieri di patire tutti i dolori che la sua umanità avesse potuto sopportare.
Devo veramente provare vergogna davanti a un’ubbidienza così grande. Quante cose sarebbero gradite a Dio se le facessi per amor suo! Io so che se praticassi l’umiltà, la carità, la pazienza e tante altre virtù, gli renderei un grande onore; eppure questo pensiero non riesce affatto a smuovermi, visto che mi pesa ubbidire anche nelle cose che sono comandate. Il mio tenore di vita, in sostanza, è questo: mi accontento di non far del male e non mi preoccupo di far del bene. Quando non mi sento costretto, uso la libertà più per favorire il mio comodo che per impegnarmi nelle cose di Dio, e mi sento sempre più portato ad assecondare i miei capricci e il mio egoismo, piuttosto che fare il mio dovere e rinsaldare l’amore alle virtù.
Colloquio – Mio Dio, tu non eri obbligato a patire e neanche a morire, eppure hai accettato la Passione e la morte volontariamente, onorando il Divin Padre con la tua ubbidienza, fatta unicamente per piacergli. Così devo fare anch’io, Signore. Come hai la bontà di comunicarmi i tuoi meriti, comunicami anche i sentimenti del tuo cuore, affinché io sia contento di ubbidirti solo per farti piacere. Fammi desiderare fortemente di cercare sempre e in tutto non la mia soddisfazione, ma la tua.
Pratica – Ascolterò le ispirazioni a fare il bene; e senza tanto indagare se una cosa sia doverosa o solo consigliata, la farò senz’altro se piace e dà gloria a Dio.
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