Passione di Gesù
20 maggio
Gesù al tribunale di Caifa
Punto I – Il pontefice Anna, attorniato dai suoi presuntuosi consiglieri, dopo aver esaminato Gesù circa la sua dottrina e i suoi discepoli, senza aver potuto trovare alcun capo d’accusa, non sapendo più che fare di Lui, lo manda, ancora ben legato, al pontefice Caifa suo genero, con la speranza che costui, uomo cavilloso ed astuto, trovi il motivo per condannarlo. Intanto i Giudei, vedendo che Gesù rimane forte in mezzo ai maltrattamenti ed alle ingiurie, fremono indispettiti e, sentendosi sconfitti dalla sua invincibile pazienza, si vendicano sfogando contro di Lui la loro rabbia con ogni sorta di crudeltà, che mette ancor più in risalto la soave bontà di Gesù.
Riflessione – L’evangelista san Giovanni vuole che chiunque leggerà il punto della Passione in cui Gesù viene condotto da Caifa, tenga presente che si tratta di quello stesso Caifa che poco prima, nell’adunanza del Sinedrio, aveva detto che era necessario che Gesù morisse per la salvezza del popolo.
L’Evangelista vuole perciò che ci ricordiamo che Gesù è il Salvatore del mondo, cioè il vero uomo e vero Dio, venuto a morire per liberare noi dalla morte eterna alla quale eravamo stati condannati a causa del peccato. Dobbiamo quindi credere fermamente al dogma della Divinità e dell’Umanità di Gesù, unite ineffabilmente in una stessa persona, poiché, se Egli fosse stato soltanto Dio o soltanto uomo, non avrebbe potuto operare la nostra salvezza eterna. E noi spesso corriamo il pericolo di mancare di fede credendolo ora l’uno ora l’altro.
Colloquio – Dio mio, imprimi questa fede nella mia mente, nella mia volontà e nel mio cuore in modo che possa attuarla nella mia vita. Io credo che tu sei vero Dio e vero uomo; e lo credo tanto fermamente che, col tuo aiuto, darei la vita per sostenere questa verità. Ma se la mia fede non è tanto salda da essere degna di te, ti offro la fede e l’ardore con cui ti hanno onorato i Martiri che hanno accettato la morte per dar gloria al tuo nome; e, insieme a loro, ti ringrazio per le tue sofferenze, ti adoro e ti riconosco come mio Salvatore. Ti prego, dammi la grazia di agire con coerenza secondo la mia fede, imitando le tue virtù, poiché a nulla mi gioverebbe riconoscere in te il mio Salvatore, senza cooperare alla tua opera di salvezza.
Pratica – Consoliderò in me la fede, pensando che un Uomo-Dio si lascia legare, insultare e condannare a morte per me. Quanto più sarà salda la fede, tanto più si ravviveranno la speranza, la carità e tutte le altre virtù.
Lascia un commento