Passione di Gesù
20 gennaio – Punto II – Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Punto II – Gli Apostoli, sapendo l’importanza che Gesù dà alla Pasqua ormai prossima, la mattina del giovedì santo gli domandano dove vuole che venga preparata la cena del sacrificio dell’agnello. Ed Egli, per obbedire alla legge che comanda di fare la Pasqua nella città santa, sceglie Pietro e Giovanni, cioè il discepolo che lo ama e quello da Lui amato, e dà loro le opportune istruzioni: vadano per la tal via, cerchino il tale uomo, e gli dicano: “Il Maestro dice che la sua partenza è vicina e vuol fare la Pasqua in casa tua”. Essi obbediscono: vanno, trovano, parlano; e tutto viene preparato con sollecitudine.
Riflessione – Consideriamo prima di tutto come Gesù, il Signore della terra e del cielo, si sia fatto povero per noi, tanto da non avere in Gerusalemme un rifugio, e debba così celebrare la Pasqua in casa d’altri. Egli aveva già detto che le volpi avevano le loro tane e gli uccelli i loro nidi, mentre il Figlio dell’uomo non aveva neppure un giaciglio.
Questo è un rimprovero per me che sono tanto attaccato alle mie comodità, così delicato e pronto a lamentarmi se mi manca qualcosa. È vero, io non ho quella povertà di spirito così necessaria a chi aspira ai beni eterni del Cielo.
Voglio pensare, in secondo luogo, all’onore che si fa a quell’uomo sconosciuto, la cui casa viene scelta da Gesù per la celebrazione dei suoi divini misteri, e alla sua obbedienza esemplare. Infatti, pur conoscendo il pubblico editto, secondo il quale chiunque avesse dato alloggio a Gesù sarebbe stato perseguitato dai capi della Sinagoga, egli accoglie il Maestro con prontezza e cortesia, senza preoccuparsi affatto del rispetto umano e dei pericoli cui sarebbe andato incontro.
Colloquio – Caro Gesù, per tua somma bontà, anche a me tu fai udire le dolci parole con cui mi annunci la tua venuta nella casa della mia anima per celebrare la Pasqua, per realizzare, cioè, la mia salvezza eterna.
Che favore immenso mi fai, Figlio dell’Altissimo, degnandoti di ricordarti di questa misera creatura e di onorarla con la tua visita! Ma se così ti piace, vieni pure, o Signore: tutta la mia anima, la mia mente e la mia volontà sono a tua disposizione. Mi rincresce solamente che non siano degne di te e perciò, ti prego, elevale adornandole con le tue sante virtù. Sì, vieni o mio Gesù, io ti aspetto. Il mio cuore è tutto tuo, e so bene che per questo dovrò subire persecuzioni dal demonio, dal mondo e dalla mia stessa umanità ribelle; ma non temo nulla, perché confido nel tuo aiuto.
Pratica – Veglierò su me stesso per moderare il mio attaccamento alle cose del mondo. E per essere vero seguace di Gesù, mi armerò di fortezza contro il rispetto umano, implorando sempre la divina Misericordia.
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