Passione di Gesù
20 dicembre – Punto I – Gesù crocifisso è ferito con la lancia nel costato
Gesù crocifisso è ferito con la lancia nel costato
Punto I – I Giudei temono che Gesù non muoia tanto presto come essi desiderano, perciò chiedono a Pilato il permesso di spezzargli le gambe, convinti che questo nuovo tormento lo stroncherebbe definitivamente. Per riuscire nel loro intento, si mostrano molto rispettosi della legge, dicendo che non vogliono lasciare i condannati ancora a lungo sulla croce, per non mancare di riguardo alla solennità imminente. È veramente strana questa loro preoccupazione, dopo che hanno crocifisso un innocente contro ogni legge. Alcuni soldati, quindi, percuotono con sbarre di ferro le gambe dei due ladroni e li fanno morire, ma non toccano Gesù, perché vedono che è già morto. Però uno di loro, il più crudele, con un colpo di lancia lo trafigge nel petto, sia per togliere ogni dubbio sulla sua morte, sia per compiacere i Giudei che continuano a stare lì, attorno alla croce, per insultarlo.
Riflessione – Gli stessi Giudei, col fatto di non rompere le ossa a Gesù e di ingiuriarlo e trafiggerlo anche dopo morto, fanno in modo che si realizzino le profezie fatte dal Salvatore. Ma non se ne accorgono, perché sono troppo induriti e accecati dalla propria malvagità che non è mai sazia di insulti e di cattiverie. Invece la carità di Gesù è sempre più ardente nel suo corpo divino, anche se l’anima se n’è già separata. Egli vede il loro comportamento e lo sopporta; e non solo, ma per mezzo della grazia li chiama interiormente alla conversione e li aspetta con amore.
Anima mia, anche con te Gesù ha usato tante volte la stessa sollecitudine. Tu hai continuato ad offenderlo con i peccati e Lui a chiamarti e ad aspettarti con misericordia.
Colloquio – Gesù, tu avevi chiesto al popolo d’Israele di arrostire l’agnello pasquale tutto intero, con la testa, le gambe e le viscere; era questa la profezia che neppure a te, raffigurato nell’agnello, sarebbe stato spezzato alcun osso. Ora capisco perché l’hai fatto: per far notare che la fermezza delle tue virtù non si sarebbe mai infranta, anche se i tuoi nemici avrebbero fatto di tutto per tormentarti; l’umiltà, l’ubbidienza, la pazienza e soprattutto la carità sarebbero rimaste sempre perfette.
Mio Dio giusto e misericordioso, che annienti le virtù dei sapienti che pretendono di sostenersi con l’alterigia e custodisci le virtù degli umili che confidano in te, ti supplico, concedimi la vera santa umiltà, che mi renda degno di possedere tutte le virtù necessarie alla mia salvezza. Rafforza in me soprattutto la carità, in modo che io possa voler bene a chiunque mi faccia del male. Realizza anche per me la profezia che promette di riuscire a piangere di compassione e di pentimento a chi contemplerà il tuo costato trafitto. Ecco, Gesù, io fisso nella mia mente il tuo petto squarciato e su di esso fondo ogni mia speranza.
Per mezzo di te, piaga santa, confido di ottenere la grazia della santità e poi la gloria preparata per gli eletti.
Pratica – Rafforzerò la mia umiltà che è la colonna che sostiene le altre virtù e dà loro consistenza e non smetterò mai di chiederla al Signore.
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