Passione di Gesù
2 settembre – Punto V – Gesù è flagellato alla colonna
Gesù è flagellato alla colonna
Punto V – Molte rivelazioni, cui la Chiesa dà credito, dicono che sono stati centinaia i colpi dati a Gesù nella flagellazione. La legge voleva che i colpevoli fossero battuti più o meno secondo la qualità e la quantità dei loro misfatti, ma in nessun caso le sferzate dovevano superare la quarantina. Il Redentore si era addossato i peccati senza numero di tutto il mondo e di tutti i tempi e voleva soffrire tutte le pene, anch’esse senza numero, necessarie per il loro riscatto. Perciò crediamo che sia impossibile contare i colpi di flagello caduti su di Lui, perché non è possibile misurare neppure la pena meritata dai peccatori.
Riflessione – Per redimere il genere umano sarebbe bastata una sola percossa, una sola ferita o una sola goccia di sangue, in virtù della Divinità che in Gesù era unita alla natura umana. Ma ciò che sarebbe stato sufficiente per la giustizia divina non è bastato per appagare il suo amore. Se fosse stato possibile avrebbe sofferto ancora di più, e volentieri per l’amore che nutre per noi. Via via che le sferzate cadono e aprono le piaghe, Egli ci dimostra in queste i segni tangibili della sua carità; e lo fa per obbligarci a riamarlo, perché solo nel nostro amore per Lui è riposta la nostra perfezione e la salvezza eterna.
Colloquio – Gesù mio, ti vedo trafitto dal dolore e insieme dall’amore: per quest’ultimo ti ringrazio immensamente e per il dolore ti compiango. So che è la mia anima l’oggetto del tuo amore, quest’anima che fin dall’eternità era presente nel tuo cuore; e so anche che non sono tanto i flagelli che ti fanno soffrire, quanto i peccati del mondo, specialmente i miei. Quant’è grande la tua bontà se riesci ad amare me, che non son degno neppure di un tuo sguardo, perché, oltre a non amarti, ti offendo e ti faccio soffrire in continuazione.
Gesù mio, se non ti amo è impossibile che io provi dispiacere per averti offeso, perciò ti supplico, per i meriti delle tue piaghe, ferisci con il tuo amore il mio cuore, affinché da questa ferita escano lacrime di sincero pentimento.
Pratica – Ripeterò spesso a Gesù che l’amo e che mi pento dei miei peccati; e non devo stancarmi di ripeterlo, perché, se in ogni azione e in ogni sentimento umano ci vuole una certa misura, nell’amore e nella contrizione non si fa mai troppo.
Lascia un commento