Passione di Gesù
2 novembre – Punto V – Gesù si incammina con la croce al Calvario
Gesù si incammina con la croce al Calvario
Punto V – Immaginiamo di accostarci rispettosamente a Gesù per chiedergli dove vada con quella croce e per quale scopo. Egli ci risponderà che esegue la volontà del Padre, contrapponendo il legno della sua croce a quello che era stato testimone della disubbidienza di Adamo. Adamo aveva fatto diventare la pianta, da cui aveva colto il frutto proibito, un albero di morte, e Dio, mosso a compassione dell’umanità, ha scelto la croce come albero di vita. Di un legno il demonio si era servito per rovinare il mondo, ora anche Gesù si serve di un legno, ma per salvarlo e per pagare con esso il debito contratto dal primo peccato. Gesù prepara una medicina con la stessa sostanza da cui era scaturito il veleno, e trionfa sul nemico infernale con la stessa arma con cui il maligno aveva vinto. Tutto questo poteva essere concepito solo dalla carità e dalla sapienza di Dio.
Riflessione – Vedi, anima mia, quanto è grande la carità di Gesù: sarebbero bastati i flagelli e le spine a rendere fruttuosa ed abbondante la redenzione, invece Lui ha voluto subire anche la croce. E grande è anche la sua sapienza, perché si è servito della cosa più abbietta del mondo per compiere la sua opera più importante, propria di un Dio: la nostra salvezza eterna. Egli così vuole insegnarci che, come tutti i misteri, anche quello della croce, che ci parla di verità, di santità e di felicità, è nascosto ai superbi e rivelato solo ai piccoli e agli umili. Tutto questo mi deve convincere che sono superbo, visto che capisco poco o nulla della Passione di Gesù. Riesco sì, ad intuire qualcosa di esteriore legato alla fantasia o al sentimento, ma non le verità fondamentali, proprio quelle che Dio nasconde ai superbi.
Colloquio – Gesù, che hai dato la luce ai ciechi, apri anche i miei occhi e fa’ che io diventi umile vedendo fino in fondo le mie miserie. Tu ti affatichi tanto per realizzare la mia salvezza eterna, mentre io non faccio altro che distruggerla; invece di cooperare ai meriti della tua Passione imitando le tue virtù, li rendo inutili con la mia vita viziosa. A che serve, allora, che tu costruisca, se io poi distruggo tutto? Mio Signore e mio Dio, impediscimi d’ora in avanti di comportarmi in questa maniera folle, tanto deleteria per la mia anima e concedimi la virtù dell’umiltà che è il primo frutto della tua croce. Se avrò questa, tutto si volgerà in bene.
Pratica – Farò già un passo avanti, se riconoscerò che è solo a causa della mia superbia che non progredisco nella vita spirituale. La combatterò in tutti i modi pensando a quanto sarei più illuminato e devoto se fossi umile.
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