Passione di Gesù
2 maggio
Fuga degli Apostoli dopo la cattura di Gesù
Punto III – La fuga degli Apostoli era prevedibile, visto che poco prima essi si erano lasciati vincere dal sonno, nonostante Gesù avesse loro raccomandato di vegliare e pregare per essere più forti e resistere alla tentazione.
Riflessione – È proprio vero che chi trascura la preghiera per tiepidezza ed indolenza, con tanta facilità abbandona ogni virtù; ne sono un esempio gli Apostoli che, proprio quando avrebbero dovuto con più coraggio seguire il Maestro, si sono dispersi qua e là. E pensare che con grande sincerità gli avevano promesso di stare sempre con Lui, anche a costo di affrontare la morte! La loro fuga, quindi, non è altro che la conseguenza della pigrizia, alla quale poco prima avevano ceduto.
A noi non è possibile sfuggire alle tentazioni, che arrivano tra l’altro quando meno ce l’aspettiamo; e nessuno, all’infuori di Dio, può darci la forza necessaria per resistere. E poiché Egli ha promesso il suo aiuto solo a chi si umilia a chiederglielo con insistenza, è indispensabile la preghiera per non cedere alla tentazione. L’esperienza ci dimostra che cadono nel peccato quanti non si preoccupano di raccomandarsi a Dio, il quale non abbandona mai nessuno. Io ho una grande responsabilità, perché ho capito questa verità ma non la metto in pratica. Riconosco di aver ceduto spesso alla tentazione perché ho tralasciato la preghiera, e che, se talvolta ho pregato un po’, l’ho fatto distrattamente e senza alcuna perseveranza, perché mi sono lasciato vincere dalla pigrizia.
Colloquio – Se continuerò a non dare la dovuta importanza alla preghiera, come mi sentirò nel momento della morte, quando vedrò chiaramente i meriti guadagnati per me da Gesù e vedrò anche le grazie che l’Eterno Padre mi avrebbe concesso, solo se avessi avuto l’umiltà di domandargliele? Sarà imputato a me il fatto di non averle ottenute, poiché sarò accusato di averle rifiutate per non aver voluto pregare.
Mio Dio, illumina e scuoti la mia anima. Tu sei infinitamente buono perché vuoi da me solo lo sforzo di chiederti le grazie, per potermele concedere; io, invece, sono così superbo e sciocco che non voglio fare neppure questo. Tu condanni la superbia in tutti, ma specialmente in chi, come me, è una vera nullità.
Pratica – Chi è umile riconosce la sua miseria e non si vergogna di domandare aiuto. Supplicherò dunque Gesù di concedermi lo spirito di umiltà e di preghiera.
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