Passione di Gesù
19 marzo – Punto III – Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto III – La preghiera è un atto di volontà che espone a Dio un suo desiderio perché lo esaudisca. Poiché nella Persona di Gesù sussistono due volontà, quella naturale e quella divina, possiamo dire che due furono anche le sue preghiere nell’Orto: nella prima, assecondando il rifiuto dei sensi, chiese che la sua umanità fosse dispensata dal bere il calice della Passione; nella seconda Egli pregò che, comunque, fosse fatto solo ciò che piaceva a Dio, dando ascolto, in questo, alla volontà ragionevole che dipende da quella divina.
Riflessione – Gesù in primo luogo chiede all’Eterno Padre che si degni di liberarlo dall’imminente Passione; e così prega con la voce della carne per far capire che è vero uomo, con tutte le debolezze della natura umana. Ma subito dopo, sottomettendosi con un atto di perfetta virtù, chiede che sia fatto il volere di Dio, per insegnare a noi a pregare nello stesso modo: è giusto chiedere prima con parole accorate di essere sollevati dalle pene, ma poi dobbiamo volere solo quello che vuole Dio. Quanto è sapiente e buono il Salvatore divino che si abbassa a parlare con i sentimenti del nostro cuore, per unirlo al cuore di Dio!
Rifletti, anima mia, sull’esempio che ti dà Gesù. Nonostante ti sia lecito esporre a Dio le tue necessità naturali e pregarlo che ti liberi dagli affanni di questo mondo, devi, però, aggiungere sempre che il tutto rientri nella sua volontà.
Nella preghiera del Padre Nostro chiediamo a Dio tutto ciò che ci occorre anche per la vita del nostro corpo; ma con che spirito poi diciamo quelle tre dolci parole “fiat voluntas tua”?
Colloquio – Mio Dio, dico spesso che sia fatta la tua volontà, ma lo dico solamente con la bocca e non con il cuore, perché sono troppo attaccato alla mia volontà, e quando non vengo accontentato mi rattristo. Poiché io non voglio mai una malattia o una qualsiasi avversità, non so adattarmi ad accettarla, pur sapendo che è permessa o voluta da te. Dio mio, correggi il disordine della mia volontà e convincimi che, per quanto essa mi sembri onesta, può sempre sbagliare e che solo tu conosci il mio vero bene. Imprimi nella mia mente che devo conformarmi solo al tuo volere sempre giusto e sempre santo, se desidero vivere beato sia nel tempo che nell’eternità.
Pratica – Non devo cercare altra perfezione che quella di tenere sottomessa l’inclinazione dei sensi alla ragione, e questa al volere divino.
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