Passione di Gesù
19 gennaio – Punto I – Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Gesù alla cena della sua ultima Pasqua
Punto I – Gesù è sempre stato ubbidiente alla legge, persino nelle cose minime, perciò anche ora, nel rito della Pasqua, non vuol mancare in nessuna cosa; ma il suo cuore è rivolto ad un’altra Pasqua molto più gloriosa davanti a Dio e vantaggiosa per noi. La Pasqua per gli Ebrei era la commemorazione del loro passaggio dalla schiavitù egiziana alla libertà della terra promessa; per noi indica il passaggio dal peccato alla grazia, dalla pena alla gloria. Per Gesù fare Pasqua era lo stesso che andare alla morte, eppure questo sacrificio gli era tanto caro che più volte ne aveva parlato e sempre con ardente desiderio.
Riflessione – Gesù vuole celebrare la Pasqua con i suoi discepoli, perciò essi si danno subito da fare per prepararla nel modo in cui è stato loro ordinato. E quale sarà la Pasqua che anch’io devo desiderare e a cui devo prepararmi con impegno e sollecitudine? Anima mia, se per Pasqua s’intende un passaggio, ecco che cosa Dio ti comanda: che tu passi dall’amore disordinato, che hai per le cose terrene e caduche, all’amore per quelle celesti ed eterne. Sarà una Pasqua felice per noi, se ci affretteremo a passare dalla tiepidezza al fervore, dalla leggerezza all’impegno, dalla vita mondana a quella perfettamente cristiana.
Colloquio – O Signore, rendo grazie al tuo amore per la Pasqua dolorosa che vai a celebrare per me, e, aderendo alla tua ispirazione, mi ripropongo di imitarti vivendo una vera Pasqua con un totale cambiamento di mentalità e di vita. Sia benedetta la tua misericordia, che si è degnata di aprirmi gli orecchi per farmi udire la tua voce, e gli occhi per farmi ricevere la tua luce. Arrossisco e mi pento di aver speso così malamente la mia vita nelle vanità e nei peccati. Non voglio più essere quello che sono stato. Rinnego te, mondo, con le tue sdegnose superbie; te, carne, con le tue viziose concupiscenze e anche te, demonio, con le tue false lusinghe. Dio mio, eterna mia beatitudine, tu sarai sempre l’oggetto dei miei pensieri e dei miei affetti. Mi rendo conto che sto parlando con troppa sicurezza come se potessi mettere in pratica i miei propositi soltanto con le mie forze. Invece, se riuscirò a fare Pasqua, ossia ad uscire dalla schiavitù delle passioni che mi dominano e ad entrare nella libertà dei tuoi figli, tutta la gloria sarà dovuta a te, in quanto sarà l’effetto di quella grazia che tu hai acquistato per me con i tuoi infiniti meriti.
Pratica – Rifletterò su quanto bisogno io abbia di cambiare la mia vita tiepida e rilassata e poi cercherò di suscitare in me un profondo desiderio di questo rinnovamento. Solo così potrò meditare con frutto la Passione di Gesù, il cui mistero viene anticipato nell’ultima cena.
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