Passione di Gesù
17 marzo – Punto I – Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Preghiera di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto I – Nel colmo delle sue afflizioni, Gesù non manifesta moti d’impazienza o di sdegno, come siamo soliti fare noi nelle avversità, ma con la preghiera ricorre a Dio, secondo la predizione della Scrittura.
Egli non prega come Dio, perché come tale potrebbe tutto ciò che vuole, ma prega come un uomo che ha sempre bisogno dell’aiuto divino per essere sostenuto nelle debolezze della natura; e prega come capo e maestro della Chiesa per insegnare a noi, col suo esempio, a servirci della preghiera in tutte le nostre necessità, soprattutto in quelle dell’anima.
Riflessione – Vedi, anima mia, con quanta umiltà e riverenza Egli prega inginocchiato e prostrato con la faccia a terra, come se non fosse degno di sollevarla e contemplare il cielo. Pare che non si ricordi neanche di essere Figlio di Dio. È così profonda la sua sottomissione che, non contento di umiliarsi a pregare come uomo, vuole abbassarsi ancora di più come fosse l’ultimo di tutti i peccatori.
Riflettiamo: se il nostro Salvatore, l’Uomo-Dio, cerca ristoro alle sue angosce solo nella preghiera, come può l’uomo, tanto debole ed incline al male, pensare di potersi sostenere nelle avversità con le sue sole forze, senza ricorrere alla preghiera? È forse più costante e più forte di Lui? Sono veramente uno sciocco, superbo ed ignorante, se non riesco a capire che Gesù m’insegna a cercare sollievo, quando sono triste o inquieto, non conversando con gli uomini, ma rivolgendomi a Dio con la preghiera. Io, invece, ricorro a Lui molto poco nelle mie necessità quotidiane.
Colloquio – Mi dolgo, mio Dio, della mia infedeltà nel mettere in pratica i tuoi insegnamenti e nell’imitare i tuoi esempi. Non dovrei fare altro che pregare e piangere giorno e notte, per placare la tua giustizia ed implorare la tua misericordia, a causa del male che ho fatto e del bene che ho tralasciato. Invece, eccomi qui, insensibile, senza trasporto, senza zelo per l’adempimento dei miei doveri! Mio Dio, concedimi un po’ della tua santa umiltà, perché io capisca finalmente che davanti a te sono davvero solo polvere e cenere. Se nella preghiera riuscirò almeno ad umiliarmi, avrò già fatto abbastanza, perché so che tu esaudisci sempre la preghiera degli umili.
Pratica – Non sapendo quello che di ora in ora potrebbe succedermi, nella prosperità mi ricorderò spesso di Dio ed invocherò il suo divino aiuto, perché questo non mi manchi neppure nelle avversità e nei pericoli che sono forse imminenti.
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