Passione di Gesù
17 agosto – Punto II – I Giudei vogliono la crocifissione di Gesù
I Giudei vogliono la crocifissione di Gesù
Punto II – Quando i Giudei gridano concitati che vogliono la morte in croce di Gesù, Pilato aspetta in silenzio che i clamori si attenuino. Egli non riesce a capacitarsi di tanta crudeltà e insieme non vuole affatto cedere di fronte alle imposizioni della folla; e poi c’è l’avvertimento della moglie che lo turba. Per tutti questi motivi quando pensa che ci sia calma sufficiente per essere udito, sempre ad alta voce chiede ancora: “Insomma, quest’uomo che cosa ha fatto di male?”. E i Giudei ancora più inferociti replicano: “Sia condannato alla croce”, senza però rispondere alla sua domanda; d’altronde non possono farlo perché Gesù non ha mai fatto male ad alcuno. Moltiplicano quindi le insolenze e le bestemmie per far in modo che alla fine Pilato si arrenda.
Riflessione – Tutto questo ci dà un’idea di ciò che succede ogni giorno quando commettiamo un peccato. Dopo aver messo a confronto Dio e un piacere terreno, e dopo aver preferito quest’ultimo, gridiamo non con la voce, ma peggio ancora con le opere: “Viva la malizia, viva la colpa e muoiano l’innocenza e la santità!”. Allora la coscienza interviene e domanda al peccatore: “Che ti ha fatto di male il tuo Dio? Non è colui che ti ha dato l’essere, ti mantiene in vita, ti aiuta e ti ama con la tenerezza di un padre amoroso?”.
“Piuttosto di perdere questo piacere, risponde il peccatore, preferisco perdere Dio, la vita e la gloria”.
Colloquio – Ma che cosa dovrei dire di me stesso, mio Gesù, che sono stato talmente empio e temerario da soffocare la voce della mia coscienza e ribellarmi a te? Tre volte i Giudei hanno ripetuto a Pilato “crucifige” e si sono resi ogni volta più colpevoli. E io, quante volte ti ho offeso? Meriterei che per ognuna di esse, visto che ho gridato contro di te: “Crucifige”, tu gridassi contro di me la mia condanna nel giorno del giudizio. Ma rendo grazie alla tua misericordia che non mi abbandona. Dei miei peccati io sinceramente mi pento e propongo col tuo aiuto di esclamare sempre in avvenire: “ Muoia la colpa, viva la grazia; muoia il peccato, viva Gesù!”.
Pratica – Ascolterò la voce della coscienza come grazia della misericordia di Dio e proporrò di crocifiggere con la mortificazione il mio amor proprio, colpevole di aver suscitato le mie passioni fino al punto di farmi gridare che sia crocifisso Gesù.
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