Passione di Gesù
16 settembre – Punto III – Gesù è schernito come falso re
Gesù è schernito come falso re
Punto III – Dopo aver messo a Gesù una corona di spine come diadema e un cencio rosso come mantello, i Giudei, per renderlo ancora più ridicolo, gli mettono ora in mano una canna come se fosse uno scettro. Forse vogliono dimostrare che è un pazzo che si considera un re, oppure che il suo regno è privo di qualsiasi autorità e potenza, visto che non sa neppure difendere se stesso dagli oltraggi. Gesù invece conosce molto bene la propria dignità regale, e si rende conto perfettamente della gravità dell’offesa che gli viene fatta, tuttavia prende quella canna e con essa accetta anche il disonore. Lascia fare a quei malvagi tutto ciò che a loro piace, senza dire una parola o emettere un gemito.
Riflessione – Qui viene dimostrata la verità di ciò che poco prima Gesù aveva detto, cioè che il suo regno non è di questo mondo e che non si acquista con la ricchezza o con la potenza delle armi, ma con la povertà, con la pazienza e con l’umiltà. Il regno di Gesù è un regno di gloria eterna e in Lui stesso abbiamo l’esempio di come si fa a conquistarlo.
Puoi tu, anima mia, dire che sei così virtuosa da essere vicina al possesso di questo regno? Quanta povertà di spirito, quanta pazienza e quanta umiltà vedo in me? Non c’è purtroppo alcuna virtù che possa dirsi veramente tale. Perciò come oso sperare di ottenere il regno celeste, che si rapisce solo con la virtù, facendo violenza alle passioni e ai sensi? Ogni volta che nella preghiera raccomandata da Gesù dico: “Venga il tuo regno”, io lo prego di farmi partecipe del suo regno beato: ma poi come vi aderisco con la mia condotta?
Colloquio – Gesù mio, io sono una canna vuota ed instabile, che si lascia piegare da qualsiasi vento. Ho buoni desideri e faccio anche buoni propositi, ma poi non li metto in pratica; e nel momento stesso in cui mi pare di avere la volontà di far bene, a causa della mia incostanza colpevole, mi arrendo al male.
Signore, tu che non hai rifiutato nella tua Passione quell’orribile canna, ma l’hai afferrata per trasformare la mia instabilità in fermezza, soccorrimi con la tua grazia.
Il vero motivo per cui non ho consistenza nella virtù e cedo al vizio, è quello di confidare in me stesso e non accorgermi di essere una canna troppo flessibile. Dammi un po’ della tua umiltà, Gesù buono, e diffiderò di me per confidare in te soltanto; così, con il tuo sostegno, riuscirò ad adempiere i miei doveri e a conseguire lo scettro della gloria.
Pratica – Imparerò da Gesù, disonorato da quella canna, a considerare le cose di questo mondo, cioè la prosperità, i piaceri e gli onori, nel loro giusto valore. Tutto è vanità; devo aspirare soltanto alle realtà eterne.
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