Passione di Gesù
16 maggio
Gesù al tribunale di Anna
Punto V – Osserviamo bene le circostanze: chi è che dà lo schiaffo? Un povero giudeo, un servo meschino e vile. Chi è che lo riceve? Un Dio Onnipotente dinanzi al quale gli Angeli chinano il capo adoranti.
Riflessione – Dio, che ha creato l’uomo dal nulla, riceve uno schiaffo proprio da quelle stesse mani che ha plasmato con infinita sapienza e bontà. Inoltre quello schiaffo gli provoca molto dolore perché gli viene dato con estrema violenza, senza alcuna pietà. Non c’è affronto paragonabile a questo, eppure nessuno dei presenti rimprovera quel servitore, nessuno compatisce e difende Gesù, anzi, tutti si compiacciono dell’accaduto. I profeti che hanno parlato della Passione di Gesù hanno voluto raccontare nei particolari quest’offesa, come se bastasse da sola a coprirlo di vergogna. Infatti, se noi ci indigniamo soltanto immaginandola e non possiamo sopportare che rimanga impunita, cosa avrà provato Gesù? Certamente egli avrebbe potuto mostrare il più grande risentimento e sarebbe stato giusto. Invece preferisce esercitare più l’umiltà che la giustizia, più la pazienza che il potere; gli preme soprattutto di educare me con l’esempio piuttosto che punire quel servo insolente. Ed io come mi servo di questa lezione?
Colloquio – Mio Dio, tutti i torti e tutte le offese che posso aver subìto, messi insieme, sono sempre nulla al confronto di quello schiaffo dato a tuo Figlio; ma io non ho, come Lui, la pazienza per sopportare neppure uno sgarbo o una piccola umiliazione. Per questa mia facilità a risentirmi e ad aggredire chi mi offende non posso essere considerato un buon cristiano, che sa imitare l’esempio di Gesù e che è degno, quindi, di essere considerato tuo figlio.
Comunicami, amoroso Salvatore, il tuo spirito umile e paziente, frena la mia collera e umilia la mia superbia, affinché io non pensi mai né a vendicarmi né a lamentarmi, ma sopporti tutto volentieri per amor tuo, consapevole che la pazienza è il bene più grande di questo mondo. E sarò disposto a sopportare tutto solo se mi darai luce per riconoscere che non c’è male che io non meriti per i miei peccati, e che la mia sofferenza è niente in confronto a quello che tu hai patito per me.
Pratica – Dio ha disposto che ogni virtù di Gesù vinca il vizio opposto che sta in noi. Mi servirò, quindi, dell’umiltà, della pazienza, della dolcezza e soavità di Gesù per mortificare la mia superbia, l’impazienza, l’arroganza e l’ira contro il prossimo.
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