Passione di Gesù
16 gennaio – Punto I – Gesù si licenzia da sua Madre
Gesù si licenzia da sua Madre
Punto I – È doveroso inserire nella Passione del Salvatore, come fa il serafico dottore san Bonaventura, un pensiero pio e devoto che è molto credibile, anche se non lo si legge nel Vangelo. Gesù aveva sempre amato ed ubbidito con rispettosa devozione a sua Madre, senza mancare in nessuno dei doveri propri di un buon figliolo; perciò è impossibile che, prima di morire, abbia voluto lasciarla senza accomiatarsi da Lei e senza renderla partecipe dei suoi progetti, tanto più che le aveva già rivelato altri misteri su ciò che lo riguardava. Pensiamo dunque che Gesù, il più amoroso di tutti i figli degli uomini, ritornato a Betania per non aver trovato alloggio a Gerusalemme, si sia ritirato dopo cena in una stanza con Maria Santissima. Egli soffre per il dolore che le arrecherà nel metterla al corrente di quanto sta per accadere, e la Madre benedetta prova angoscia ancor prima di esserne informata, sia perché in qualche modo ha dei presentimenti, sia perché si è già diffusa la notizia della congiura tramata contro di Lui dai pontefici.
Riflessione – Gesù è Dio, ma anche uomo; e poiché ha voluto sottomettersi alle debolezze umane, non c’è dubbio che senta in sé quel dolore che proverebbe ogni uomo in una situazione simile; ma Lui lo prova con acutezza ancora maggiore, visto che il suo cuore è più tenero di tutti gli altri.
La sua anima nell’Orto si rattristerà profondamente per doversi separare dal corpo; come possiamo pensare, quindi, che Gesù sia insensibile ora che sta per separarsi dalla sua dilettissima Madre?
Se non provo compassione in questo momento, non potrò provarne mai più. Guarda, anima mia, questo Figlio e questa Madre. Il Figlio sospira perché dovrà fare ciò che non ha fatto mai: causare dolore a Colei che ama più di tutti su questa terra, e la Madre intuisce il significato di quei sospiri.
Colloquio – Gesù, Maria, io mi inginocchio umilmente ai vostri piedi e vi supplico di comunicare anche a me una scintilla del vostro vicendevole amore che ora vi fa soffrire, affinché io possa patire con voi. Vergine Maria, che ti degni di essere ancora mia Madre e di amarmi immensamente, abbi pietà di me. Io sono l’ultimo dei miserabili, ma oso ugualmente sperare che tu, Madre di misericordia, mi conceda questa grazia che ti chiedo con insistenza: amare Dio sopra ogni cosa.
Pratica – Compatirò Gesù e Maria nelle loro angosce, e, convinto di essere io la causa delle loro pene, susciterò in me il dolore dei miei peccati, per i quali il Salvatore andò a patire e a morire.
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