Passione di Gesù
15 novembre – Punto IV – Gesù è arrivato con la croce al Calvario
Gesù è arrivato con la croce al Calvario
Punto IV – I Giudei hanno trattato Gesù come un malvivente degno del patibolo quanto e come è loro piaciuto, ed ora, ansiosi di liberarsi di Lui, non perdono tempo. Come operatori d’ingiustizia, si danno da fare per preparare ogni cosa perché la sentenza sia eseguita in fretta. Chi pone mano ai martelli, chi ai chiodi e chi ad altri strumenti per preparare la buca in cui fissare la croce e chi addirittura si avventa addosso al Salvatore per spogliarlo: ogni cosa viene fatta con rabbia, con violenza e con fretta.
Le piaghe del suo corpo benedetto si erano già attaccate alla veste, perciò, quando questa gli viene strappata di dosso, si riaprono, causando un nuovo dolore e lo spargimento di altro sangue.
Riflessione – Questa è la quarta volta che Gesù compare nudo in pubblico. Egli non rifiuta la pena e la vergogna della nudità per vestire noi di una vita immortale.
Anima mia, contempla il tuo Salvatore insanguinato e adora profondamente quel sangue che cade a terra, perché ti ha redenta. Osserva Gesù mentre alza gli occhi al cielo per ringraziare il Padre di averlo portato alla crocifissione così povero e nudo per amor tuo. Ma tu riesci a capire quello che vuole insegnarti? Ascolta: solo chi è nudo e povero può sconfiggere il mondo e il demonio, e solo a lui è stato promesso il regno della beatitudine eterna. E lo sai che cosa sono questa nudità e questa povertà tanto necessarie? Sono la povertà di spirito, che consiste nel vivere distaccati dalle cose di questo mondo. Queste non vanno desiderate, perché sono vuote, insidiose ed indegne della stima di un’anima che è stata creata per la gloria eterna.
Colloquio – Mio Gesù, che hai voluto nascere e vivere povero e morire ancor più povero, illuminami, affinché io possa conoscere le miserie della vanità per tenerla lontana e il valore della povertà per amarla. Tu, che hai preferito non possedere nulla per donare a noi le tue immense ricchezze, concedimi la povertà di spirito, affinché il mio cuore accetti tutti i disagi e le privazioni che mi capiteranno, sentendosi distaccato da tutto ciò che è terreno e legato solo a te, mio sommo ed unico bene. Te lo chiedo in nome della povertà e della nudità che hai sofferto per amor mio.
Pratica – La povertà di spirito è in contrapposizione all’attaccamento alle comodità, perciò farò di tutto per moderarlo. La povertà in se stessa non è una virtù, lo è soltanto l’amore alla povertà.
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