Passione di Gesù
15 maggio
Gesù al tribunale di Anna
Punto IV – La risposta di Gesù non potrebbe essere più vera, più mite e più giusta. Il pontefice Anna rimane confuso e non sa più come replicare. Ma un servo, per fargli piacere, fa l’ardito e, con uno scatto d’ira, dà uno schiaffo sul volto di Gesù, rimproverandolo con insolente arroganza: “In questo modo rispondi al pontefice? Ne sai tu forse più di lui?”.
Riflessione – Io penso che i cieli inorridissero e gli Angeli si coprissero gli occhi davanti ad un affronto così infame fatto alla maestà di Dio da quell’insolente servitore di Satana. Contempla, anima mia, il volto di Gesù tanto desiderato dai patriarchi, quel volto che rapiva i cuori con lo splendore della maestà e della bellezza, e guarda come per quel colpo sia diventato livido e scuro. Considerando la furia e l’odio di chi l’ha colpito, si può pensare che lo schiaffo sia stato talmente forte da smuovergli i denti e da fargli uscire lacrime dagli occhi e sangue dalla bocca e dal naso.
Colloquio – Io so, Signore, perché hai permesso che il tuo bellissimo volto venisse deturpato da quella mano sacrilega: le nostre anime erano sfigurate dal peccato. Perciò come con la tua morte vuoi distruggere la nostra, così con i tuoi lividi vuoi cancellare le ferite che ci procura il peccato. Gesù mio, permettimi di partecipare alla tua Passione purificando la mia anima con atti di vera penitenza e con un cuore pentito ed umiliato. Mi meraviglio come la terra non si sia aperta per inghiottire chi aveva osato offenderti con quello schiaffo, ma mi stupisco ancora di più che tu non abbia fatto sprofondare me che ho osato tante volte offenderti col peccato, rinnovando così la tua Passione nonostante fossi tuo debitore. Mio Dio, se potessi non offenderti più! Ti supplico, fa’ che io abbia un orrore tale del peccato da considerarlo il peggiore di tutti i mali, e concedi alla mia anima di conservare per tutta la vita il dispiacere di averti offeso.
Pratica – Se voglio essere un vero penitente devo provare rimorso per i miei peccati e fare attenzione a non peccare più; ma se mi manca il dolore o il proposito, la mia penitenza non è sincera e quindi è inutile.
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