Passione di Gesù
14 marzo – Punto I – Gli Apostoli si addormentano nell’orto del Getsemani
Gli Apostoli si addormentano nell’orto del Getsemani
Punto I – Gesù aveva condotto con sé nell’Orto Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre apostoli che aveva scelto come suoi confidenti. Ad essi rivela la grande tristezza che lo affligge perché pensa alla Passione che di ora in ora si sta avvicinando. Ma dopo aver udito il loro Maestro lamentarsi con sospiri tali da commuovere chiunque, gli Apostoli si scoraggiano e si abbandonano al sonno, vinti dalla noia e dalla stanchezza.
Riflessione – Questi tre Apostoli sono stati scelti dal Salvatore perché erano i più entusiasti e i più impegnati tra i Dodici. E poiché solo loro erano stati testimoni della sua Divinità e spettatori della sua gloria quando si era trasfigurato sul monte Tabor, ora dovrebbero essere i più forti e i più vigilanti nell’assisterlo nell’imminente agonia, alla quale, del resto, erano già stati preparati. Invece, proprio nel momento in cui dovrebbero dimostrare la loro fedeltà, si addormentano, senza provare neppure un po’ di compassione per Gesù che soffre tanto.
Anche se quel sonno è provocato dalla natura debole o dalla tentazione diabolica, gli Apostoli sono comunque colpevoli d’indifferenza, perché, invece di lasciarsi andare, dovrebbero scuotersi e farsi commuovere dalla Passione del loro Maestro.
Proprio su questo io devo riflettere. Talvolta provo un po’ di fervore nel meditare la santa Passione, ma per lo più sono pigro, annoiato e svogliato. Ed ora come sono, mentre penso alla grande tristezza di Gesù? I miei sentimenti dormono e non ho né volontà per imitarlo né cuore per compatirlo. Davvero nessuno è più accidioso di me, visto che non mi commuovo neppure davanti alle pene atroci che Gesù ha sopportato proprio a causa mia.
Colloquio – Mio Dio, io sono molto spaventato da questo mio modo di essere e temo che potrei facilmente cadere nella disperazione. Affinché questo non avvenga, mio Dio, ti supplico, fa’ che il riconoscermi tiepido e miserabile sia per me motivo di umiltà, e che mi convinca di avere tanto bisogno del tuo aiuto. Preferisco, comunque, accettare la mia tiepidezza ed essere umile, piuttosto che fervoroso e presuntuoso nel confidare in me stesso e nei miei slanci. Anche ora ho un’occasione per umiliarmi, poiché da una parte sento il desiderio, da te ispirato, di tendere alla perfezione, e dall’altra sento che mi mancano le virtù necessarie; inoltre mi manca la disponibilità a riflettere in maniera fruttuosa sulla tua Passione.
Pratica – Innanzitutto vigilerò perché la mia tiepidezza non diventi abituale e poi mi servirò di essa, per sentirmi umile e per dispormi a diventare zelante e fervoroso.
Lascia un commento