Passione di Gesù
14 giugno – Gesù è negato da san Pietro
Gesù è negato da san Pietro
Punto II – Pietro si trova nell’atrio della casa di Caifa quando rinnega Gesù, ma il Maestro, stando nella sala del consiglio, vede tutto ciò che accade al suo Apostolo; ode le sue negazioni e i suoi falsi giuramenti che lo privano della grazia di Dio. Se nell’Orto fu tanto addolorato solo per averli previsti, immaginiamo quale pena gli causano ora che sono diventati realtà!
Riflessione – Gesù è legato e schernito mentre Pietro giura e spergiura di non conoscerlo. Non apre bocca per emettere un solo gemito mentre è offeso e torturato, ma non può fare a meno, per bocca dei Profeti, di lamentarsi di Pietro; ed è come se dicesse: “Che i miei nemici mi maltrattino con parole e fatti non fa meraviglia, perché dalla loro invidia, cresciuta tanto da diventare odio mortale, non posso aspettarmi altro; ma che sia tu, Pietro, il più caro ed il più intimo dei miei amici, colui che ho scelto come guida dei miei fedeli, a rinnegarmi invece di dare la vita per testimoniare la tua fede in me, questo sì, che mi addolora immensamente! Le tue negazioni sono tre chiodi che mi configgono ad una croce più crudele di quella che mi stanno preparando i Giudei”. Si può pensare che Gesù si sia lamentato di Pietro proprio in questo modo; io sono certo, però, che ancor’oggi continua a rammaricarsi per me nella stessa maniera, poiché anch’io sono presente nel suo spirito quanto l’Apostolo.
Colloquio – Gesù mio, credo che tu sei più addolorato per i miei peccati che per tutti i tormenti che ti infliggono i Giudei. So che le pene ti sono tanto care da essere perfino desiderate dal tuo amore; le colpe, invece, perché contrarie alla tua infinita santità, le detesti, soprattutto le mie che sono le più gravi. Mio Salvatore, sono tanti i benefici che la tua misericordia mi ha concesso; e se considero la loro grandezza, i miei peccati si rivelano ancora più gravi, perché sono frutto della mia profonda ingratitudine. Fammi capire il valore delle grazie con cui mi hai tanto aiutato ed onorato, così potrò vedere l’enormità della mia cattiveria; allora sì che il mio cuore non potrà fare a meno, con questa luce, di imitarti, di amarti e di pentirsi di averti tanto offeso.
Pratica – Talvolta mi rammarico perché non provo amore verso Dio, né dolore per i miei peccati. Per ottenerli entrambi ripeterò a me stesso quanto siano grandi sia la bontà divina che la mia ingratitudine.
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