Passione di Gesù
13 maggio
Gesù al tribunale di Anna
Punto II – Il pontefice Anna inizia l’interrogatorio chiedendo a Gesù informazioni sui suoi discepoli. Avrebbe prima dovuto investigare sulla vita del presunto colpevole e solo in seguito sulle responsabilità dei compagni; invece, non potendo imputare a Gesù alcun delitto, cerca di trovare un capo d’accusa contro i suoi seguaci, per dichiarare poi Lui un ribelle che raduna gruppi faziosi, per insegnare nuove dottrine che turbano la popolazione. Quell’uomo astuto chiede che cosa sia accaduto dei suoi discepoli, perché sa benissimo che uno di essi l’ha tradito e che tutti gli altri l’hanno abbandonato. Questo fatto gli offre anche l’occasione per vantarsi: “Non l’avevo forse detto che questo Gesù di Nazareth era un ipocrita? Ecco, la pensano come me i suoi stessi discepoli, che finalmente l’hanno conosciuto. Se Egli fosse un uomo dabbene, almeno qualcuno dei suoi gli sarebbe rimasto fedele e si sarebbe presentato a difendere le sue idee, invece non ce n’è neppure uno che prenda le sue parti, perché tutti si vergognano di essere ritenuti suoi seguaci. Bisogna dunque dire che costui è veramente un impostore”.
Riflessione – Questo è un argomento molto convincente per i ragionamenti umani. Ma quale turbamento per Gesù nel vedersi così screditato a causa dei suoi discepoli! Egli potrebbe, con un cenno della sua onnipotenza, far ammutolire quell’empio che parla solo per orgoglio e per odio; potrebbe anche mostrare con un raggio della sua sapienza che sono calunnie quelle con cui si cerca di offuscare il suo onore, invece sopporta quella vergogna e non dice nulla per giustificarsi.
Colloquio – Io ti lodo ed ammiro le tue eroiche virtù, mansueto Salvatore, ma sento la mia coscienza che mi rimprovera tanta sfrontatezza nell’osare lodarti indegnamente, perciò riconosco il tuo merito ed accuso la mia indegnità. Io mi dichiaro vero cristiano, eppure infinite volte, col mio cattivo comportamento, ho disonorato il tuo santo nome ed ho offerto ai nemici della fede il pretesto per dire che il Maestro non vale nulla, se il suo discepolo è così cattivo.
Mio Dio, tu sei il Buono e il Santo, mentre io sono tutto malvagità ed infedeltà. Più volte ho detestato i miei peccati perché sono offese fatte a te, ma ora li detesto ancora di più, perché ho capito di aver insultato proprio Chi mi ha onorato col nome e con la dignità di cristiano. Non mi manchi mai il tuo amore, ma fa’ che questo mi accompagni e mi aiuti sempre a seguirti fedelmente per il resto della mia vita.
Pratica – Gesù ha onorato me col carattere di cristiano, devo perciò onorarlo anch’io, seguendolo fedelmente ed imitando le sue virtù. Per superare le passioni e le tentazioni, basta che io ricordi di essere cristiano.
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