Passione di Gesù
12 marzo – Punto XIII – Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto XIII – In tutta la Passione dobbiamo considerare non tanto le manifestazioni esteriori, ma soprattutto l’interiorità profonda di Gesù, poiché questa è la sede della virtù, della perfezione e della santità; questo vale anche nei nostri confronti, quindi, prima di tutto è il nostro intimo che dev’essere educato e controllato. Per capire meglio come e perché Gesù si sia addossato tutti i peccati del mondo, possiamo dire che Egli si è fatto per noi mallevadore presso la giustizia divina. Si chiama mallevadore quel mediatore che si prende carico dei debiti di un altro e si impegna a saldarli. Ed infatti ogni volta che il debitore non paga, deve farlo lui, proprio perché ne è il garante. Anche noi siamo debitori verso Dio e degni di morte eterna a causa del peccato, che è un debito immenso in quanto è offesa all’infinita maestà di Dio. Ora, poiché nessuna creatura umana e neppure l’umanità intera erano in grado di pagare questo debito, che cos’ha fatto il Figlio di Dio? Mosso a compassione dell’uomo dalla sua infinita carità, si è fatto uomo Egli stesso e si è offerto come mallevadore all’Eterno Padre, addossandosi ogni nostro debito ed impegnandosi a pagarlo per noi.
Riflessione – È così che noi dobbiamo considerare Gesù nell’Orto: carico dei nostri debiti, cioè dei nostri peccati, perché si è fatto nostro mediatore pur non avendo bisogno di noi, mentre noi avevamo un estremo bisogno di Lui. Egli, quindi, sta per pagare per noi con l’offrire al Padre le sue mortali sofferenze; sta per cancellare le nostre colpe registrate nei libri della giustizia divina e per liberarci dalla morte eterna.
Noi giudicheremmo enorme un debito che non potesse essere pagato neppure con le ricchezze di tutti i potenti messi insieme. E il peccato mortale, allora, quanto grave deve essere ritenuto se per essere soddisfatto non bastano i meriti di tutte le creature del cielo e della terra, ma è necessario il cruento sacrificio di un Uomo-Dio? Questo pensiero dovrebbe essere sufficiente a tenermi nell’umiltà, in quanto mi fa capire che io valgo molto poco e che devo tutto al Mediatore divino che ha pagato per me con la propria vita.
Colloquio – Mio buon Gesù, se io potessi impiegare tutte le vite degli uomini e potessi spenderle al tuo servizio per secoli e secoli, tutto il loro lavoro sarebbe un niente in confronto a quello che io ti devo. D’ora in avanti non voglio più darti gli avanzi di questa mia misera vita; concedimi la grazia di dedicarmi totalmente e con amore al tuo servizio, per dimostrarti la mia riconoscenza per avermi liberato dalle pene eterne. Voglio spendere la mia vita solo per te, Signore.
Pratica – Gesù si è fatto mio mallevadore, ma anch’io, che ho tanti debiti con la giustizia divina, devo partecipare, per quanto mi è possibile, alla sua Passione riparando con la penitenza i miei peccati.
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