Passione di Gesù
12 gennaio – Punto III – Entrata di Gesù in Gerusalemme
Entrata di Gesù in Gerusalemme
Punto III – Per il beneficio di essere stati liberati dalla schiavitù dell’Egitto, gli Ebrei erano soliti ogni anno, nel giorno di Pasqua, sacrificare con solennità un agnello; questo doveva essere scelto senza macchia e condotto festosamente in casa cinque giorni prima del sacrificio.
Anche Gesù vuole osservare puntualmente questo rito e, poiché è Lui l’Agnello immacolato che deve essere sacrificato in questa Pasqua per la redenzione del mondo, va a Gerusalemme, dove è accolto con gioia appunto cinque giorni prima di essere crocifisso e immolato sul Calvario.
Riflessione – Gesù è il sommo sacerdote che deve offrire il sacrifico all’Eterno Padre; ma è anche la vittima che deve sacrificarsi per i peccati del mondo, perciò entra in Gerusalemme con solenne pompa, per cominciare a farsi conoscere come vero Agnello di Dio già raffigurato nella legge antica e indicato dal suo precursore san Giovanni Battista. Come sacerdote, Gesù era preso totalmente dal suo compito che svolgeva con atti di religione profondamente degni della divina Maestà, come Agnello offriva se stesso con carità infinita, sapendo che stava per essere ucciso in espiazione, non dei suoi peccati, ma di quelli degli altri.
Per essere liberati dalla schiavitù dell’Egitto, gli Ebrei hanno offerto un agnello, ed io, per essere salvato dalla pena eterna, cosa mai dovrei offrire?
Colloquio – Eterno Padre, mortificato per la mia ingratitudine, confesso davanti a te tutti i miei peccati; provo per essi una profonda vergogna, ma voglio servirmi di questa per lodarti, dimostrando che io ho commesso un grande delitto nell’offendere te che sei degno, invece, di eterna gloria. Dentro di me ci sono tante passioni: superbia, ira, invidia, gola, avidità dei piaceri del mondo… Ora io vorrei sacrificarle tutte a te insieme al tuo immacolato Agnello, ma dammi la forza d’animo necessaria per compiere questa offerta. Degnati di gradire la mia immolazione insieme al sacrificio di giustizia che Gesù ti offre per me. Mio Redentore, che vai a morire per me con tanta gioia, fammi la grazia di imitarti in questo, affinché anch’io mi mortifichi con quella gioia nel cuore che rende soave e leggero ogni sacrificio.
Pratica – Con il più grande fervore possibile sacrificherò a Dio la mia passione predominante, per ringraziarlo del grande dono della Redenzione.
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