Passione di Gesù
12 febbraio – Punto V – Zelo di Gesù per la conversione di Giuda
Zelo di Gesù per la conversione di Giuda
Punto V – Gesù aveva dimostrato nei confronti di Giuda una benevolenza particolare, perché lo aveva scelto come discepolo e poi lo aveva gratificato di una considerazione ancora maggiore eleggendolo apostolo; infine lo aveva onorato della sua stima e della sua fiducia affidandogli il compito di economo della famiglia dei Dodici. Gli aveva concesso l’autorità sopra i demoni, il potere di compiere miracoli e molte altre grazie convenienti all’importanza del suo grado. Ma visto che egli, nonostante avesse ottenuto tutti quei favori, era diventato tanto cieco da giungere al sacrilegio, il Salvatore del mondo, con infinita carità, avrà senz’altro impegnato tutte le sue energie per farlo ravvedere.
Riflessione – Tra tutti i mezzi adoperati da Gesù per ricondurre Giuda sulla buona strada, ci fu sicuramente quello di richiamare alla sua mente il ricordo di tanti benefici che aveva ricevuto dalla divina bontà. Infatti, come avrebbe potuto compiere il suo gesto sacrilego, se avesse pensato ai grandi obblighi di riconoscenza che lo legavano a Gesù, che l’aveva prediletto ed onorato?
Ma anche questo ricordo non servì a nulla, perché quell’uomo perfido ed ingrato rimase del tutto indifferente, anzi, dopo aver sperimentato l’onnipotenza, l’umiltà e la benignità di Gesù, divenne ancora più spietato.
Ecco perché il Salvatore, chiamando il cielo e la terra a testimoni della sua immensa carità, poté esclamare: “Per la conversione del mio apostolo Giuda ho impegnato amore, preghiere, ammonizioni, minacce, ma egli ha disprezzato tutto questo. Che cosa avrei potuto dire o fare che non avessi già detto e già fatto?”.
Anima mia, verrà un giorno in cui Gesù dirà lo stesso anche per te; rifletti bene su quello che ha fatto e che continua a fare per la tua salvezza eterna. La divina misericordia ha rovesciato su di te un torrente di grazie spirituali e temporali.
Colloquio – Mio Signore e mio Dio, quanto sei buono a sopportare tanta mia cattiveria! Riconosco di essere con te sempre più ingrato, quando invece il mio dovere di amarti per tutto il bene che mi fai aumenta ogni giorno di più. Umiliato e confuso mi rammarico per la mia ingratitudine e, poiché questa più di ogni altra cosa m’impedisce di ottenere le grazie che la tua bontà sarebbe disposta a concedermi, io mi raccomando alla tua misericordiosa clemenza. Non guardare, ti prego, il mio passato; chiamami e sarò pronto a risponderti, comandami e ti ubbidirò; ma solo se sarò fortificato dalla tua grazia potrò dimostrarti la mia riconoscenza ed amarti.
Pratica – Devo ricordarmi dei tanti benefici che Dio mi ha concesso e che ancora mi concede; soltanto il beneficio di essere stato preservato dall’Inferno, che tante volte ho meritato, sarebbe già sufficiente a farmi decidere di non offenderlo mai più.
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