Passione di Gesù
11 novembre – Punto IV – Gesù è compatito dalle donne di Gerusalemme
Gesù è compatito dalle donne di Gerusalemme
Punto IV – Consideriamo ancora Gesù che parla alle donne di Gerusalemme con forza ed autorità, come se predicasse nel tempio. Non pare, quindi, che Egli vada alla morte e che gli resti solo mezz’ora di vita, tanto è il vigore che dà alla sua voce. Non dice nulla per lamentarsi della sua ingiusta condanna e neppure per compatire la Madre addolorata, ma, tutto ardente di carità, si ferma ad esortare quelle anime infelici a pentirsi delle loro colpe, per poterle liberare dalla pena eterna.
“Guardatemi bene, anime care – Egli dice – e riflettete sulla vostra condizione. Se io sono punito con tanta severità per colpe non mie, che sarà di voi per le vostre? Verrà infallibilmente il giorno del giudizio e sarete giudicate con rigore, se non avrete fatto tutto il possibile per ottenere il perdono, approfittando dei miei meriti. Se il fuoco della giustizia divina è così attivo per distruggere la mia umanità innocente, che cosa farà di voi che non avete ancora nessuna virtù, ma siete legni rinsecchiti senza frutto?”.
Riflessione – Sono terribili queste parole di Gesù per chi ha peccato e non si pente con tutto il cuore. O ci pentiamo o ci aspetta l’Inferno: questo è l’avvertimento che Egli ci dà mentre sale il Calvario, flagellato, coronato di spine e coperto di obbrobri. Per indurci alla penitenza, ci mostra stampato nelle sue piaghe sia quello che fa la sua misericordia per noi, sia quello che farà la sua giustizia. Non mi basta dire: “Gesù ha patito per la mia salvezza, dunque mi salverò senz’altro”, perché tutto ciò che Egli ha sofferto nella sua carne santa non basterà a pagare per la mia malvagità, se io resterò impenitente.
Colloquio – È impossibile, Gesù mio, non ammirare la tua immensa carità con cui, non contento di patire per me, ti dai tanto da fare perché io possa godere il frutto della tua Passione. Mi mostri quello che patisci e mi fai intuire anche quello che dovrò patire io in eterno, se non provvedo in tempo.
Ma che cosa posso fare, visto che sono proprio un legno secco, buono solo per il fuoco? Mio Dio, mi umilio davanti a te che hai il potere, tu solo, di far fiorire e fruttificare ogni tronco arido. Dammi la virtù necessaria per pentirmi con animo gioioso, come tu mi suggerisci. Se io sapessi che ti è gradito il sacrificio della mia vita, col tuo aiuto te l’offrirei; ma poiché so che più di tutto tu desideri il mio cuore contrito, eccomi pentito e addolorato di averti offeso e risoluto a non offenderti più.
Eterno Padre, placa la tua giustizia con la Passione di Gesù e fa’ che, per i suoi meriti, io mi unisca a Lui con lo spirito, come Egli si è unito a me nella carne.
Voglio rispondere con l’amore, all’amore che Lui si è degnato di dimostrarmi.
Pratica – Ripeterò spesso atti di contrizione e, in penitenza dei miei peccati, sopporterò volentieri le sofferenze che mi saranno date, aggiungendo qualche particolare mortificazione dei miei sensi.
Lascia un commento