Passione di Gesù
11 maggio – Punto VI – Gesù è condotto dall’Orto alla casa di Anna
Gesù è condotto dall’Orto alla casa di Anna
Punto VI – Guardando Gesù schernito e maltrattato che passa per le strade di Gerusalemme, non pare proprio che si tratti della stessa persona che cinque giorni prima era stata accolta festosamente con rami d’ulivo e addirittura acclamata Re d’Israele. Ma non ci dobbiamo stupire per questo cambiamento, perché nulla di ciò che lo riguarda è senza mistero.
È vero che Gesù è degno di tutti gli onori del mondo, ma è anche vero che ha preso su di sé tutti i peccati dell’umanità, perciò è logico che ora sia considerato il più infame dei peccatori. Ha voluto addossarsi il castigo dovuto alla nostra superbia, perciò ora sta subendo una tempesta di umiliazioni.
Riflessione – Quando pecchiamo, quando cioè non obbediamo alla legge divina, noi disonoriamo Dio. Ora Gesù, nella sua Passione, ha voluto appunto restituire a Dio quell’onore che, con i nostri peccati, gli avevamo tolto. Nessuno all’infuori di Lui sarebbe stato capace di tanto; infatti, poiché l’offesa era stata fatta dall’uomo, soltanto l’Uomo-Dio avrebbe potuto rimediare il danno in modo adeguato e ridare a Dio l’onore dovuto. Così Gesù volontariamente rinunciò al rispetto e alla stima del suo popolo per poter offrire ogni sorta di calunnie all’Eterno Padre con l’intenzione di esaltare il suo nome e di riparare le nostre colpe. Il Padre Celeste deve essersi sentito molto onorato dell’offerta di quelle umiliazioni sopportate dal nostro Redentore per la salvezza del mondo.
Colloquio – Gesù mio, che anche nel nome riveli di essere il Salvatore, in tutto il mondo nessuno ti deve più riconoscenza di quanta te ne debbo io.
Se tu patisci tanto disprezzo perché sia castigata la superbia umana, allora devo convincermi che la tua Passione si compie più per me che per gli altri, visto che nessuno mi vince in superbia. Ma pur riconoscendomi più debitore di tutti, non so proprio come posso ripagarti, visto che continuo ad essere dominato da questo vizio; so soltanto che tu desideri che io cominci ora ad imitare la tua umiltà, così come sono.
Eterno Padre, per i meriti di Gesù ti domando la santa umiltà affinché con essa io possa espiare ed onorarti. Pongo tra noi il tuo diletto Figlio come intercessore ed avvocato, visto che a Lui non puoi negare alcuna grazia, perché infiniti sono i suoi meriti. Egli è il mio Salvatore, ma devo anch’io cooperare alla sua opera di salvezza, partecipando con l’umiltà alla sua Passione.
Pratica – Comincerò praticamente a glorificare Dio umiliando me stesso ed accettando con docilità tutte le mortificazioni.
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