Passione di Gesù
11 giugno
Assemblea dei Giudei per condannare Gesù
Punto III – Nessuno, nemmeno il demonio, ha mai potuto trovare in Gesù una sola ombra di colpa. I Giudei, invece, pretendono di trovare in Lui il peggiore dei delitti punibile solo con la morte. Lo sollecitano perciò a confessare di essere il Cristo, il Re d’Israele promesso da Dio a Davide. Se Gesù risponderà di sì, essi potranno accusarlo davanti a Pilato di voler usurpare il potere di Roma e quindi di essere colpevole del più grave delitto contro lo Stato. Ma Gesù risponde: “Non è questo il momento di cercare chi io sia; poiché, se aveste voluto, mi avreste già conosciuto. Vi dico che si avvicina il giudizio, ed il Figlio dell’uomo siederà alla destra del Padre”.
Riflessione – Queste parole di verità eterna dovrebbero scuoterli ed intimorirli, invece tutti costoro fremono ancor più di rabbia; e, poiché hanno udito che Gesù verrà nella sua maestà di giudice, gli chiedono con ira: “Sei tu dunque il Figlio di Dio?”. Sono veramente ciechi: hanno l’intelligenza sufficiente per dedurre che se Egli è il Giudice del mondo è Dio, ma non hanno occhi per vedere quanto sia doveroso adorarlo e temerlo. Sarebbe stato facile credere in Lui, ma non vogliono farlo per non sentirsi costretti dalla fede a troncare i vincoli delle loro passioni. Quanto è infelice quell’anima, che, indurita nel male, arriva fino al punto di non temere più il giudizio di Dio! E questa terribile mancanza è seguita necessariamente dall’ostinazione, dall’impenitenza e quindi dalla dannazione. Perciò devo anch’io riflettere sullo stato in cui mi trovo, per allontanare il pericolo di cadere in questa disgrazia. Devo verificare se credo davvero che Cristo verrà a giudicarmi con potenza e maestà, se mi ricordo spesso di questa verità di fede e se regolo su di essa la mia condotta.
Colloquio – Mio Gesù, tu vedi il mio disordine e la mia leggerezza, perciò dammi una fede viva e un timore forte, per aver sempre presente la tua giustizia in tutto quello che dirò, farò o penserò; questa sarà veramente per me una grande misericordia. Fammi vedere adesso la quantità dei miei peccati e fammi sentire ciò che proverò quando dovrò presentarmi, carico di cattiverie, al tuo giudizio. Grazie per aver voluto essere giudicato dagli uomini, per salvare me dal giudizio eterno. Concedimi, Gesù, di poter capire fino in fondo il tuo amore, perché voglio ripeterti il mio grazie per tutta l’eternità.
Pratica – Frutto del timore dev’essere il pentimento della vita passata ed il proposito di regolare meglio la vita per l’avvenire. Per ottenere questo devo fare un rigoroso esame di coscienza.
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