Passione di Gesù
11 febbraio – Punto IV – Zelo di Gesù per la conversione di Giud
Zelo di Gesù per la conversione di Giuda
Punto IV – La carità di Gesù verso Giuda non ha ancora raggiunto il suo culmine. Dopo aver detto in generale che il traditore è uno dei Dodici, scende nel particolare e dice che sarà tradito precisamente da colui al quale porgerà del pane intinto nel piatto; e subito dopo offre quel pane a Giuda. È questo il modo migliore per rimproverarlo con amore e discrezione, senza pronunciare il suo nome. Giuda, invece, che dovrebbe finalmente capire di essere stato ormai scoperto, non si cura di quest’ultimo appello di Gesù e continua ad abusare della sua pazienza, insistendo nel suo odioso atteggiamento.
Ora Gesù passa dalla dolcezza alla severità, minacciando castighi a chi lo tradirà; Egli fa proprio di tutto perché Giuda rientri in se stesso e riconosca il suo errore, ma ogni sforzo è inutile, perché lui, avvelenato dalla suggestione diabolica, rifiuta ostinatamente di arrendersi sia alla dolcezza che alla fermezza. Caparbio come un animale inferocito, da nulla e da nessuno ormai può essere domato o trattenuto.
Riflessione – É degna di ammirazione la misericordia di Dio, ma lo è anche la sua giusta fermezza, perché spesso siamo talmente ostinati che a nulla servono né i rimproveri né le correzioni. Ma perché mai Giuda è così sordo ai richiami del suo Maestro? Perché grande è la sua ipocrisia. Egli infatti si finge amico di Gesù, mette insieme a Lui la mano nel piatto e mangia impassibile, come se fosse un innocente a cui non rimorde affatto la coscienza. Ogni suo atteggiamento è frutto di falsità, perché egli si preoccupa solo di non sembrare un traditore, e non di esserlo realmente. Un’anima arrivata a questi livelli è incurabile; infatti, quando mai è riuscito a convertirsi un ipocrita che ha disprezzato tutti i mezzi possibili ed immaginabili, usati per convincerlo?
Colloquio – Maestà divina, ti supplico, non lasciare che il mio cuore si ostini nella sua durezza. Se vuoi esercitare su di me la tua giustizia, accetto ogni castigo: fammi diventare cieco, sordo, muto, storpio con ogni sorta di infermità e di sofferenze, e adorerò e ringrazierò sempre la tua misericordia; ma non permettere che io diventi refrattario ai tuoi benefici richiami. Perciò liberami dall’ipocrisia che ha un forte potere su di me, perché sono più preoccupato di nascondere che di correggere la mia cattiveria, più di apparire virtuoso che di esserlo veramente. Questo vizio è figlio della superbia e non si può curare che con la santa umiltà, che io imploro dalla tua infinita misericordia.
Pratica – Detesterò con tutte le mie forze il peccato dell’ipocrisia, veglierò su tutte le mie azioni ed intenzioni, perché questo orribile vizio non s’insinui nella mia anima
Lascia un commento