Passione di Gesù
10 settembre – Punto III – Gesù è coronato di spine
Gesù è coronato di spine
Punto III – Quegli empi, dopo aver coronato Gesù di spine, lo fanno sedere sopra uno sgabello e gli sistemano la corona in modo tale che gli stringa bene la fronte e la testa. Quindi, a forza di bastonate, gliela premono così violentemente che il capo viene trafitto e straziato dalle spine. È risaputo che nella testa c’è una quantità di vene e di nervi che sono direttamente collegati col cervello e col cuore, proprio i punti in cui la sensibilità è più acuta che altrove; perciò, quanto devono essere atroci gli spasimi di Gesù!
Riflessione – Contempla, anima mia, il tuo Signore col capo circondato da quella corona di spine. Non puoi non lodare la sua pazienza e la sua innocenza, e non commuoverti per le sue atroci sofferenze. Ma questo non basta: devi cercare il significato profondo di quest’ennesima tortura. Le sue spine sono le nostre colpe, sono l’effetto della maledizione lanciata da Dio contro il peccato di Adamo; inoltre, rappresentano quelle fitte acute che pungono sempre la coscienza di chi pecca. Con quelle atroci trafitture, poi, Gesù ha trovato un altro modo per assumere su di sé le nostre colpe e la loro espiazione.
Colloquio – Gesù, candido giglio, io volevo prendermela con i Giudei, come se quelle spine fossero il frutto della loro ingratitudine; invece è con me che devo sdegnarmi, perché quegli aculei sono prodotti dalla mia anima. Purtroppo, so perfettamente che i miei peccati ti feriscono più di tutte le spine che ti hanno conficcato nel capo i Giudei.
Io ho la testa piena di vanagloria: per la sciocca stima che ho di me stesso e per il desiderio di essere stimato anche dagli altri, finora non ho fatto altro che coronare la mia superbia di fiori che sono destinati ad appassire. È per questo che ti sei lasciato coronare di spine così pungenti.
Salvatore divino, per l’amore che mi porti, fa’ che queste stesse spine facciano penetrare nel mio cuore un gran desiderio di penitenza, perché solo con questa virtù posso ottenere il perdono delle mie colpe. Io sono il peccatore più miserabile, perciò più di tutti ho bisogno del tuo aiuto. Ti supplico: per il dolore che ti hanno causato quelle spine, esaudiscimi!
Pratica – Se ora mi pesa vivere da penitente, devo pensare che non avrei dovuto neppure vivere da peccatore. Ho peccato di superbia, quindi devo portare sul capo il segno dell’umiltà, che consiste nell’avere un infimo concetto di me stesso.
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