Passione di Gesù
1 marzo – Punto II – Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Tristezza di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto II – In Gesù coesistevano due nature: quella divina e quella umana; possedeva, quindi, una volontà divina che comandava ad una volontà razionale umana, la quale ubbidiva senza opporre alcuna resistenza. Perciò la volontà di Gesù-Uomo accettava ciò che Gesù-Dio aveva già stabilito per la salvezza del mondo. Ma questa sottomissione alla sua volontà divina non gli impediva di provare tutte le sofferenze ed i sentimenti propri della natura umana, per cui s’impauriva, si stancava e si rattristava come ogni altro uomo. E per quanto riguarda la Passione in particolare, Dio aveva stabilito che fosse il più possibile dolorosa, perché così più abbondante sarebbe stata la redenzione.
Riflessione – Gesù sa che la volontà divina ha decretato la sua Passione e la sua Morte; e ora che è giunto il momento stabilito, essa glielo comunica lì nell’orto del Getsemani, affinché la carne e i sensi l’accettino. Egli vede l’Eterno Padre, sdegnato per i peccati del mondo, comandare che sia sguainata contro di Lui la spada della sua giustizia. E la povera natura di Gesù, vedendo arrivare i colpi, si angoscia e si spaventa a morte, e lo rivela con il pallore del viso e con il sudore di sangue. Il Salvatore avrebbe potuto non rattristarsi, perché era Lui che desiderava patire e morire, ma volle farlo per condividere tutto ciò che noi soffriamo davanti alla morte; avrebbe potuto tenere segreta questa sua agonia interiore, invece volle che fosse evidenziata da segni esteriori e che gli Evangelisti la descrivessero perché noi fossimo consolati.
Osserva, anima mia, come sanguina il tuo Salvatore colpito ed annientato dal dolore. E tu, che cosa provi davanti a tanta sofferenza?
Colloquio – Gesù mio, degno di essere amato sopra ogni creatura, ti ringrazio perché sopporti una tristezza così profonda per assicurare a me la gioia eterna. Il tuo amore per me è veramente infinito. Fa’ che io non dimentichi mai i patimenti della tua anima, che sono doni della tua misericordia per il mio bene. Mio amoroso Salvatore, io voglio amarti sempre di più, perciò, ti prego, metti ordine nella mia anima turbata dagli istinti sempre ribelli alla tua divina volontà.
Pratica – Quando mi sarà difficile esercitare le virtù, ricorderò che più una virtù richiede sacrificio, più è meritoria. Per imitare Gesù cercherò di vincere con la forza dello Spirito il rifiuto della mia natura.
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