Passione di Gesù
1 aprile – Punto VI – Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Agonia di Gesù nell’orto del Getsemani
Punto VI – Ogni male è entrato nel mondo a causa della disubbidienza di Adamo, e Gesù ha voluto ripararlo con la sua ubbidienza. Il più terribile di tutti i mali è la morte; essa, perciò, non fu voluta da Dio, ma fu introdotta nel mondo proprio dal peccato. E la nostra agonia, a causa delle nostre colpe, avrebbe dovuto essere piena di amarezze, se non fosse intervenuto Gesù ad addolcire con la sua agonia le pene da noi meritate. Egli spontaneamente accetta di soffrire, oltre che per procurarci la salvezza, anche per dimostrarci che, solo accettando con fiducia la volontà di Dio, possiamo superare la paura della morte; e vuole anche insegnarci che, se viviamo cristianamente, non dobbiamo temere nessuna morte, naturale o violenta che sia.
Riflessione – Meditiamo seriamente sull’agonia di Gesù. Egli soffre quelle ansie e quelle paure che anch’io dovrò soffrire quando si avvicinerà la mia morte. Nell’ultima ora della vita la mia natura sarà sconvolta, perché dovrà spezzarsi quel vincolo che lega lo spirito alla carne; l’anima si spaventerà, perché dovrà, di lì a poco, comparire davanti al tribunale di Dio ed entrare nell’eternità. In quell’ora io sarò molto avvilito, perché proverò tanti rimorsi per il mio passato e non potrò sperare nell’avvenire.
Se desideriamo essere aiutati e consolati in quell’ultima lotta, dobbiamo confidare nei meriti di Gesù e procurare di imitarlo. Come Egli anticipa con una forte immaginazione l’agonia che patirà più tardi sul Calvario, così anche noi dobbiamo prepararci alla nostra ultima agonia, pensandoci spesso ed immaginando ciò che allora proveremo, in modo che non ci colga all’improvviso. È triste l’agonia di chi arriva all’ultima ora senza averci mai pensato, è serena invece quella di coloro che vi si sono preparati.
Colloquio – Gesù mio, ti prego di suscitare in me quei pensieri e quei sentimenti che possono essere più utili per prepararmi in anticipo alla morte. Per i meriti della tua agonia nell’Orto, ti prego, liberami da una morte improvvisa, da quella, cioè, a cui non ci si è preparati. Non m’importa il genere di morte che hai stabilito per me, mi basta che non sia improvvisa; infatti io non devo temere la morte, ma il morire male.
Pratica – Ogni giorno, anche se per pochi minuti, immaginerò di dover morire in breve tempo, così farò nascere in me il disprezzo per le vanità del mondo e la stima per le cose eterne.
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